Lores Varela si racconta: “Ilicic a Palermo faceva cose folli. Marchetti un genio, il modello Cittadella è da copiare” | OneFootball

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·1 novembre 2024

Lores Varela si racconta: “Ilicic a Palermo faceva cose folli. Marchetti un genio, il modello Cittadella è da copiare”

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Gli amanti della Serie B lo ricorderanno con affetto e con una vena di nostalgia, mentre ai meno informati sulla cadetteria è solo un nome che non suggerisce nulla: Ignacio Lores Varela si è ritirato dal calcio giocato poche settimane fa, a 33 anni di età.

Dopo l’ultima esperienza al Taranto, l’uruguaiano classe 1991 ha appeso gli scarpini al chiodo, e solo ultimamente ha voluto raccontare aneddoti ed esperienze riguardanti la sua carriera in Serie B, dove ha vestito le maglie di Palermo, Bari, Vicenza, Varese, Pisa, Ascoli e Cittadella. Di seguito le dichiarazioni più rilevanti, rilasciate a GianlucaDiMarzio.com.


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PALERMO –Con Josip ho giocato a Palermo: gli ho visto fare cose che non ho più visto in vita mia. Cose folli. Ti faceva sentire piccolissimo. Oltre a lui c’erano Miccoli, Pinilla, Dybala… tanti sudamericani“.

PISA E GATTUSO – “Ringhio è stato sempre stupendo con me, devastante, mi ha sempre preso molto in considerazione. Un padre calcistico. Quando mi ha chiamato a Pisa  mi sentivo in debito con lui. E’ stata la scelta migliore della mia vita. Lui ha fatto tutto a Pisa, la società era difficle. Abbiamo solo da ringraziare quell’anno, faceva più del dovuto. Lui sa che gli voglio bene, non l’ho più sentito, ma sa la stima che hio nei suoi confronti”.

CITTADELLA –Una macchina perfetta. Costruita da un genio, Marchetti: un fenomeno. Il loro è un modo di lavorare da copiare”.

RITIRO – Quella del ritiro è stata una decisione presa con il cuore. Negli ultimi anni ho subito tanti infortuni che non mi hanno permesso di giocare con la velocità e l’intensità che avrei voluto. Ciò mi ha frustrato un po’. Mentalmente avrei voluto vivere di più la vita. Sono molto contento di ciò che ho fatto. Sì, forse avrei potuto rendere di più, ma magari anche meno”.

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