L’ossessione tutta italiana per il 3-5-2 | OneFootball

L’ossessione tutta italiana per il 3-5-2 | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Kickest

Kickest

·24 novembre 2025

L’ossessione tutta italiana per il 3-5-2

Immagine dell'articolo:L’ossessione tutta italiana per il 3-5-2

Non sappiamo se sia mancanza di coraggio, di creatività, di interpreti adeguati o semplice mediocrità: sono tutte valide alternative. Ma i club della Serie A – e la stessa Nazionale – si sono come plasmati intorno a un modulo, il 3-5-2, che viene ormai etichettato come peculiarità italiana.

Secondo Understat, è il sistema di gioco più adottato da Inter, Milan, Udinese, Cremonese, Torino, Cagliari, Parma, Pisa, Fiorentina, Verona (10 formazioni su 20). Senza considerare la variante 3-4-2-1 che, nell’interpretazione di Juventus e Atalanta, poco si discosta. Ma anche altre squadre, come per esempio la Roma o il Genoa, ne hanno fatto ampiamente ricorso. Qualcuno l’ha già definita un’evoluzione del vecchio catenaccio, forse perché spesso diventa il pretesto per difendere a cinque (se non a sei). Non tutte le modalità di esecuzione sono identiche, è chiaro: spesso si tratta soltanto di una guida per il non-possesso, mentre in fase di costruzione le traiettorie dei singoli possono variare drasticamente.


OneFootball Video


Possiamo, però, identificare una serie di motivazioni retrostanti. La prima e più evidente è la carenza di “numeri 10” alla Nico Paz, per intenderci. Tuttocampisti anarchici in grado di cucire il gioco, immaginare linee di passaggio, finalizzare. Stesso discorso per quanto riguarda le cosiddette wingers, ali dal dribbling facile che, in Italia, si contano sulle dita di una mano. I vari Orsolini, Zaccagni o Berardi, sono comunque profili lontani, meno rapidi e più prevedibili di altre stelle internazionali.

Conte, che, insieme a Inzaghi, rappresenta il precursore di questa tendenza (senz’altro è quello più vincente), ha forse iniziato a capire l’importanza strategica di Neres e Lang – seppur per assenza di alternative. Lo switch di massa al 3-5-2 potrebbe derivare proprio dal riconoscimento tardivo del lavoro di Conte. Dopotutto, si tratta di un sistema di gioco solido e flessibile che, grazie a un’attenta rotazione, permette ai braccetti di accompagnare l’azione senza lasciare la difesa troppo esposta.

La fluidità posizionale sarebbe, almeno idealmente, un ostacolo per la marcatura a uomo avversaria. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, è una tattica prettamente difensiva che mira ad affollare la zona centrale per compensare l’assenza di individualità da “sprigionare”. Così si è creata una specie di circolo vizioso, perché l’insistenza sul 3-5-2 dissuade, al tempo stesso, dallo sviluppo di e dall’investimento su giovani tecnici e fuori dagli schemi.

Forse non si tratta di ossessione; forse, come spesso accade, abbiamo solo scelto la via più facile. Forse il calcio italiano sa qualcosa che gli altri non sanno. Di sicuro, però, non sa che il resto del mondo si è evoluto da un pezzo.

Visualizza l' imprint del creator