Luca Momblano sicuro su Spalletti: «È tornato quel Luciano anche un po’ logorroico ma molto attento soprattutto su un passaggio». L’analisi – VIDEO | OneFootball

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·4 dicembre 2025

Luca Momblano sicuro su Spalletti: «È tornato quel Luciano anche un po’ logorroico ma molto attento soprattutto su un passaggio». L’analisi – VIDEO

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Luca Momblano parla di Spalletti: le sue dichiarazioni sull’attuale allenatore della Juventus, anche e soprattutto in vista del match di Napoli

L’evoluzione di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus non passa solo dai risultati sul campo, come la recente vittoria in Coppa Italia o il successo a Bodo, ma anche dal modo in cui il tecnico si pone davanti ai microfoni. Nel corso dell’ultima puntata di Tribuna Juve, il giornalista Luca Momblano ha offerto un’interessante chiave di lettura sulla comunicazione dell’allenatore toscano, evidenziando come il suo approccio verbale sia diventato un indicatore preciso delle gerarchie e dello stato di salute del gruppo.


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Secondo l’analisi di Momblano, stiamo assistendo a uno Spalletti che si sta sciogliendo nel contesto bianconero, tornando ai suoi standard storici di conferenze stampa ricche, dettagliate e a tratti “logorroiche”, ma con un fine educativo. Questo cambio di passo rispetto ai primi giorni è indice di una maggiore sicurezza da parte di un tecnico che, va ricordato, è salito su un treno in corsa in un momento di crisi assoluta di risultati. A differenza di Antonio Conte, che spesso si rifugia in concetti basici o fattori umani puntando sull’effetto mediatico, Spalletti ama parlare di calcio giocato, scendendo in analisi tattiche e descrizioni minuziose dei singoli.

Proprio l’attenzione dedicata ai singoli giocatori diventa, secondo il giornalista, la vera bussola per capire le intenzioni dell’allenatore. C’è un rapporto diretto tra quanto Spalletti parla di un calciatore e quanto ci punta. Se per profili come Edon Zhegrova e Fabio Miretti il tecnico spende minuti interi, costruendo ritratti e metafore, significa che vede in loro delle risorse pronte a strappare una maglia da titolare o a essere decisive.

Al contrario, la comunicazione più stringata e “chirurgica” riservata finora a Jonathan David e Loïs Openda potrebbe nascondere una valutazione diversa. Secondo Momblano, questa brevità suggerisce che il tecnico preferisce tenersi dalla parte della ragione, forse perché ritiene questi attaccanti ancora lontani dallo standard ideale che ha in mente per quel ruolo, avendo allenato in passato interpreti del calibro di Osimhen.

MOMBLANO – «Mi ha colpito molto questo dettagliare analisi soprattutto sui giocatori e la sensazione che forse nel troppo parlare, non sia emersa una formula vincente della sua comunicazione, ma che contemporaneamente sia molto educativo nei confronti dei singoli. È tornato tra virgolette lo Spalletti un po’ logorroico ma contemporaneamente molto attento in questa fase a dare messaggi alla squadra? È uno Spalletti che pian piano si scioglie un po’ anche nel contesto Juventus ed è più tranquillo. Quindi si va in direzione di conferenze che sono il suo standard storico. è un indice di maggiore sicurezza da parte sua. Sui singoli è interessante un segnale del fatto che lui si sente un po’ più padrone della situazione in cui, ricordiamolo, è stato lanciato a treno in corsa. Perché subentrare alla Juventus in crisi assoluta di risultati è un qualcosa che gravava anche sulle spalle di un tecnico esperto come lui. L’assist che mi hai dato è proprio legato al fatto che io ho detto prima Spalletti è meno interessante di Conte in generale. Ovviamente con una postilla se si intende come effetto mediatico, se si intende come campo, come calcio, Spalletti tende a parlare più di calcio di Conte. Conte raramente concede l’analisi del giocatore, un’osservazione tattica su una mossa che ha fatto o che ha subito anche nei pre-partita, rispetto al tipo di partita che si aspetta, è sempre molto basico nel raccontarle e si appoggia più a fattori umani, a volte che a fattori calcistici. Spalletti concede di più. Lo ha fatto soprattutto attraverso la descrizione e il ritratto alla sua maniera, sempre attraverso metafore, dei giocatori però non solo le metafore. Perché poi è sceso anche nel dettaglio su alcuni, l’indicatore che io uso al momento è quanto parla di un giocatore perché comunque, dicvi tu, quanto parla Spalletti ci dice quanto Spalletti è dedicato a quella causa, più parla, più è dedicato. Perché è vero che lui è arioso, però nel suo essere arioso vuol dire che perché a lui piace parlare. Questo è evidente. Quindi, se su zhegrova e miretti spende 2 minuti e mezzo a parlare del ritratto del giocatore allora hai capito che per lui questi possono essere, in determinate condizioni, Vuoi tecniche, fisiche dei giocatori che possono strappare la maglia da titolare nella sua Juventus di adesso. Se su David e openda è un po’ più stringato e chirurgico, vuol dire che lì preferisce tenersi dalla parte della ragione che forse sono lontani da uno standard che lui vorrebbe per quel ruolo in cui ha avuto, tra l’altro in carriera anche grandi interpreti, nonchè poi lo osimhen dello scudetto di Napoli»

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