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·20 dicembre 2024
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Atalanta Empoli è una sfida storicamente molto interessante, e parlando di giocatori (doppi ex su tutti) non si può non citare Luca Saudati: attaccante classe 1978, flop di una Dea che sognava l’Europa, top in Toscana diventando uno dei più forti di sempre
L’ex numero 10 nerazzurro arrivò all’Atalanta nell’estate del 2001 dal Milan: contesto dove il duo Marotta Ruggeri voleva creare una squadra competitiva reinvestendo oltre 80 miliardi di vecchie lire (incassate dalla vendita dei giovani). Arrivato insieme a Comandini per comporre quello che si pensava un grande reparto offensivo, sulla carta l’attaccante ha un curriculum tecnico di tutto rispetto: dinamico, impeccabile nei tagli, costruzione precisa e bravo negli spazi.
Peró all’interno dello schema di Vavassori non riesce a trovare la cosiddetta pietra filosofale con zero goal in 20 presenze, influenzato anche dal rapporto con l’ambiente atalantino: il suo carattere esente al sacrificio non piace molto alla tifoseria, risultando quasi sempre uno dei peggiori in campo (oltre ai più contestati dalla nord).
Dopo il primo prestito ad Empoli (2002-2003), ritorna all’Atalanta e con Mandorlini si è intravede qualche miglioramento segnando 5 goal, ma nulla di più. Escludendo le cinque presenze nel 2004/2005 (l’Atalanta doveva riadattarsi alle sue enormi difficoltà economiche) e le due reti l’anno dopo con Colantuono, il ciclo di Saudati a Bergamo si chiude qui: deludendo ampiamente le aspettative (sue, dell’ambiente e della società).
Dall’altra parte in azzurro avviene la sua consacrazione. Tra il 1999-2000, 2002-2003 e infine dal 2005 al 2010 siglerà ben 46 goal in 162 presenze, raggiungendo anche la Coppa UEFA nella stagione 2006/2007 con gli azzurri: quel traguardo che l’Atalanta sperava di raggiungere con lui nei primi anni 2000.