Calcionews24
·10 agosto 2025
Luis Henrique: «L’Inter, il Mondiale, Chivu, Carlos Alberto, Dumfries: vi racconto il mio primo periodo in nerazzurro»

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·10 agosto 2025
É uno de nuovi acquisti e si sta trovando bene all’Inter, dove lo chiamano Gigi. Luis Henrique ha raccontato le sue sensazioni a La Gazzetta dello Sport dopo il primo periodo in nerazzurro.INTERNO DI CENTROCAMPO – «Ho fatto anche quello a Marsiglia con De Zerbi, sono movimenti diversi, ma mi ci ritrovo abbastanza. Io sono a disposizione, sto dove sceglie il mister e cerco di imparare: conta solo la serietà e il lavoro, poi pur di aiutare la squadra sono davvero pronto a fare qualsiasi cosa».SENSAZIONI DOPO MONACO – «Si vede che questa è una squadra, nel vero senso della parola. Avendo giocato in Ligue 1, so bene le difficoltà che si hanno contro il Monaco, ma l’Inter ha rimontato con un uomo in meno. Non è da tutti. Certo, la preparazione è dura e si sente nelle gambe, ma sta nascendo una squadra forte».IL MONDIALE PER CLUB – «L’esperienza al Mondiale per Club è stata comunque positiva: ho avuto modo di conoscere compagni e ambiente prima, così appena rientrato ero “dentro” al club. Come in ogni inizio di stagione, tutti siamo più motivati e concentrati. Vogliamo solo rendere felici i tifosi e vincere».L’ITALIA – «Uno dei Paesi più belli al mondo e una delle squadre più grandi del pianeta. In Italia respiri storia, ma Milano mi ha colpito per la modernità e le tante cose da fare: la voglio scoprire e sentirla sempre più casa. Per me, Inter vuole dire anche Ronaldo il Fenomeno: un idolo, il mio preferito».CON CHI HA LEGATO DI PIU’ – «Con Carlos Augusto, perché siamo entrambi brasiliani e abbiamo una dote innata nel trovarci insieme e scherzare. Dicono che rispetto a me sembri più serio ed europeo, ma non è vero… Magari aveva bisogno solo di un connazionale per far vedere la sua natura allegra (ride, ndr). Mi trovo bene anche con Lautaro: parlo spesso con lui, mi dà consigli. Ma in generale, tutti mi hanno accolto bene e sostenuto. Questo è uno spogliatoio in cui ci si rispetta e ci si aiuta, fatto di gente forte ma umile: alla lunga, fa la differenza».CHIVU – «Per me è molto importante avere un allenatore come lui. Ha l’animo del giocatore, quindi capisce cosa ti serve e cosa provi dentro. Mi dà fiducia e libertà di dribblare: vuole che giochi il mio calcio, che rischi, mi incoraggia a provare l’uno contro uno. Sto imparando tanto nella tattica, qui la posizione è una cosa davvero importante, ma da parte mia penso di poter portare allegria brasiliana, dribbling e un po’ di audacia»TOGLIERE IL POSTO A DUMFRIES – «È la sfida che cercavo a questo punto di carriera, e lo dico con la massima ammirazione per Denzel. Ho sempre sognato di giocare in una grande squadra con grandi giocatori, e questo mi motiva a cercare il mio spazio, nel rispetto di tutti. La competizione sana aiuta, lo insegnano i grandi».I MODELLI – «Ronaldo su tutti, l’ho detto, poi aggiungo Ronaldinho Gaucho e Neymar. Quando ho un momento, vado su You Tube e me li godo ancora oggi. Negli Stati Uniti ho conosciuto bene anche Maicon: mi ha dato ottimi consigli che userò durante la stagione. Vorrei semplicemente seguire il suo esempio e fare la storia come lui. Anche nella Seleçao. Non ho parlato con Ancelotti, ma devo dimostrare sul campo di meritare la convocazione. Non è impossibile e giocare all’Inter mi dà visibilità».FUORI DAL CAMPO – «Sono molto legato alla famiglia, ho due bambini e una fidanzata, questo è già impegnativo. Pensate che prima di ogni partita mando un messaggio a mia madre per avere da lei una parola di incoraggiamento. Mio padre Ronaldo, invece, è stato il mio primo allenatore e ancora oggi mi corregge come fossi un bambino. Sono modelli di vita, un sostegno costante. Per il resto, mi piace il forrò, la musica tipica di Paraíba, che mi aiuta anche a focalizzarmi. E da brasiliano amo giocare sia a footvolley che teqball: io e Carlos saremmo una bella coppia, ma qua c’è così tanta qualità che troverei facilmente un altro compagno»
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