Calcio e Finanza
·27 novembre 2024
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Dallo scorso 24 ottobre, Roberto Mancini, che oggi compie 60 anni, non ha più una panchina. Il tecnico italiano, infatti, è stato esonerato dalla nazionale dell’Arabia Saudita per gli scarsi risultati ottenuti nel corso delle qualificazioni asiatiche per i Mondiali 2026.
Tutti ricordano la scelta di Mancini di lasciare l’Italia per volare in Arabia Saudita, assicurandosi un contratto faraonico, e lasciando Gabriele Gravina senza un commissario tecnico prima di aver raggiunto la qualificazione a EURO 2024, obiettivo centrato poi da Luciano Spalletti che però fallì nella rassegna continentale in Germania.
A distanza di poco più di un anno, la scelta di lasciare la Nazionale, con cui vinse gli Europei nel 2021, è un grande rimpianto per Mancini, come ammette senza mezzi termini a Il Giornale. «Lasciare la Nazionale italiana è stata una scelta sbagliata che non rifarei», ha dichiarato l’ex allenatore di Inter e Manchester City. Ma il capitolo nazionali sembra non essere chiuso: «Ho ancora un conto in sospeso: alzare la Coppa del Mondo. Appena diventai ct della Nazionale dichiarai i miei due obiettivi: vincere un Europeo e un Mondiale».
Sul divorzio con la Nazionale: «Quel saldo rapporto di fiducia che avevo con la Federazione si era reciprocamente incrinato, ma se potessi tornare indietro affronterei tutto in modo diverso. Allenare sentendo che la fiducia sulla tua persona vacilla, non è una bella sensazione. Non ti garantisce di poter lavorare con la giusta serenità. Nonostante ciò mi rimprovero di non aver affrontato il tutto con più chiarezza. Gravina? Fra noi c’è sempre stato un rapporto basato su una grande stima e dialogo. E la volta che forse era necessario parlare con chiarezza, non è stato fatto».
«Arabia questione di soldi? Non nego che, per un allenatore, la proposta di una cifra così alta, anche se inferiore a quella raccontata dai giornali, ti metta in crisi. Però non è stata determinante. Ha inciso, ma non è stato solo per quello che ho lasciato la panchina della Nazionale. Anche sulla buonuscita, come per l’ingaggio, ai giornali piace fantasticare».
Nelle ultime settimane il nome di Mancini è stato accostato alla panchina della Roma: «Si tratta, anche in quel caso, di una fantasia dei giornali. Non sono mai stato contattato per la panchina della Roma. Nessuna chiamata dalla dirigenza. Ma comunque mi ha fatto piacere leggere che molti tifosi romanisti ne sarebbero stati felici e molti laziali incazzati. Posso dire che se ci fossero state le condizioni di un bel progetto da portare avanti insieme, avrei risposto di sì».