Stats Perform
·14 giugno 2019
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L'acquisto è sicuramente un grande colpo per il Beitar Jerusalem, eppure una frangia di tifosi non ha preso bene l'arrivo nella propria squadra di Ali Mohamed. La sua unica colpa? Il nome.
Il giovane talento nigeriano, considerato uno dei migliori giocatori del campionato israeliano, infatti si chiama come Maometto. Una cosa inaccettabile per lo storico gruppo ultras di estrema destra 'La Familia'.
Ecco allora che il proprietario del Beitar Jerusalem, Moshe Hogeg, secondo 'Il Fatto Quotidiano' nelle ultime ore avrebbe ricevuto gravi minacce a causa dell'acquisto di Mohamed.
Il presidente però non intende farsi condizionare e tira dritto per la sua strada nonostante in passato il gruppo 'La Familia' sia arrivato a incendiare la sede del club dopo l'acquisto di due giocatori musulmani.
"La religione, come nel passato, non è più un criterio per gli acquisti dei calciatori e non lascerà che una minoranza possa offuscare la reputazione del club”.
Mohamed peraltro, a dispetto del suo nome, non è musulmano ma cattolico praticante. Non abbastanza evidentemente per accontentare il gruppo ultrà che si rifà al revisionismo del sionismo.
“Abbiamo un problema con il suo nome che non può essere pronunciato nel nostro stadio né stampato sulla nostra maglia”.