Calcionews24
·15 dicembre 2024
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“Non possiamo andare in campo senza il portiere. Possiamo vincerla!”. La frase di capitan Colby in “Fuga per la Vittoria” sottolinea quanto per vincere certe partite non occorre solo il fuoriclasse alla Pelé (Lookman), ma anche del Robert Hact di turno che possa difendere la porta fino all’ultimo secondo a suon di parate.
Il protagonista dell’Atalanta non sarà Sylvester Stallone seppur i capelli lunghi facciano presagire altro, ma in quanto a prodezze il caro Marco Carnesecchi si è dimostrato il portiere che la Dea aveva bisogno per vincere anche partite come quelle di Cagliari: match che fino a qualche anno fa i nerazzurri non sarebbero riusciti a vincere.
Un predestinato che aveva bisogno di sfruttare ogni singola occasione per prendere il posto da titolare in maniera graduale. Contesto come quello dell’anno scorso dove tra lui e Musso, considerando anche quello che fu il rischio di essere ceduto alla Lazio per 15 milioni (offerta rifiutata immediatamente dalla Dea), è riuscito a farsi valere tra buoni interventi, volare dove serviva strappare il pallone dalle nuvole per salvare il risultato, e soprattutto tanta personalità: con una difesa che segue i suoi ordini consolidando l’intesa.
Marco Carnesecchi oggi può vantare di essere il 5° portiere per Clean Sheet, dove su un totale di 43 parate l’Atalanta ha soltanto subito 17 volte i goal degli avversari: meno della metà dei tiri avversari finisce dietro il prodotto del vivaio nerazzurro. Qualcosa da migliorare per quanto riguarda il gioco coi piedi, ma se l’Atalanta è prima in classifica è anche grazie alla consacrazione di un portiere che la Dea non vedeva sulla costanza dai tempi del Gollini 2019, salvaguardando la sua tradizione sotto il profilo del vivaio: da Pizzaballa a Pelizzoli, da Consigli a Sportiello, e ora un Carnesecchi destinato a diventare tanto grande quanto invalicabile tra i pali.
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