Marinozzi consiglia: «Lo status della Juve è crollato. Serve un nuovo progetto come all’Arsenal. Ma bisogna scegliere un uomo che…» | OneFootball

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·25 ottobre 2025

Marinozzi consiglia: «Lo status della Juve è crollato. Serve un nuovo progetto come all’Arsenal. Ma bisogna scegliere un uomo che…»

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Marinozzi consiglia: «Lo status della Juve è crollato. Serve un nuovo progetto come all’Arsenal. Ma bisogna scegliere un uomo che…». L’analisi del giornalista

La crisi della Juve non è più solo una questione di risultati altalenanti, ma sembra assumere i contorni di una vera e propria crisi identitaria. Il dibattito sul futuro del club si infiamma e analisti e commentatori cercano di individuare le radici di un declino che pare inarrestabile. Tra le voci più lucide e critiche spicca quella del giornalista Andrea Marinozzi. Intervenuto ai microfoni di Cronache di Spogliatoio, Marinozzi ha proposto un’analisi dura del periodo storico che sta attraversando la società bianconera, andando oltre la semplice critica alla squadra o all’allenatore.

Secondo il giornalista, il problema è profondo e riguarda la percezione stessa del club:


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«Da anni sta crollando lo status della Juve. La Juventus non fa più paura a nessuno. Anche il tifoso più caldo si è abituato alla mediocrità, a perdere. Questo è gravissimo. Appena ritroverà un giusto assetto societario, con tutte le persone al proprio posto, dovrà ritrovare un progetto tecnico per ritrovare il suo status. Non è importante vincere subito una Coppa Italia o riqualificarsi alla Champions – che lo è per il budget – ma deve ritrovare il suo status. C’è un esempio negativo da non seguire: lì si parla ancora del post Ferguson. Ma a Torino è uguale, si parla del post Marotta. C’è sempre un punto zero dove è iniziata una caduta e la Juve non riesce a risollevarsi. Deve trovare l’esempio positivo come l’Arsenal, deve trovare un uomo e dargli in mano il progetto tecnico. La linea può darla la società ma poi bisogna scegliere un uomo che parta dalla base. Ma serve una linea, come l’Aston Villa in cui Emery sceglie anche l’altezza dell’erba».

Le parole di Marinozzi mettono il dito nella piaga: il problema più grande non è la sconfitta singola, ma l’abitudine alla sconfitta, l’assuefazione alla mediocrità che ha contagiato anche la tifoseria. La sua analisi individua un “punto zero”, l’addio di Marotta, come l’inizio di una gestione confusa, paragonata al vuoto lasciato da Ferguson al Manchester United. La ricetta proposta è chiara: serve un reset societario, ma soprattutto l’individuazione di un “uomo forte” a cui affidare l’intera area tecnica, seguendo modelli virtuosi come l’Arsenal di Arteta o l’Aston Villa di Unai Emery, dove il manager ha il controllo totale sulla visione sportiva.

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