Calcio e Finanza
·31 gennaio 2025
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Giuseppe Marotta, presidente e amministratore delegato dell’Inter, è intervenuto alla tavola rotonda “Calciomercato: un’opportunità per i club e per la Football Industry”, organizzata all’hotel Sheraton a Milano nell’ambito del programma degli ultimi giorni di calciomercato.
«Festeggio 50 anni di calciomercato, calcolando che ci sono due sessioni sono 100 mercati fatti. Posso fare la mia analisi, che parte dal vincolo sportivo e ogni stagione bisognava rinnovare con i giocatori. Questi erano tesserati e quelli che non firmavano rimanevano tesserati vincolati ma non potevano prendere parte alla attività, quindi i cosiddetti fuori rosa», ha esordito Marotta.
«Partiamo da quel tipo di calciomercato che era mettere il calciatore nella condizione di andare via qualora ci fosse una offerta anche se questi non voleva andare, decideva la società. Oggi è giustamente cambiato: si possono avviare trattative, ma è decisiva la volontà dei giocatori e ci sono anche le figure degli agenti, sempre più importanti e destinatari di somme che escono dal sistema. Mi devo adattare a questo tipo di realtà», ha spiegato.
Il presidente dei nerazzurri ha spiegato che «non faccio nomi, dico che il buon manager moderno deve adeguarsi all’innovazione, che impone di confrontarsi con il mondo digitale, con l’intelligenza artificiale, con gli algoritmi. Io parto da studi umanistici, mi ci devo adeguare. Possiamo guardare le statistiche, ma ci sono una serie di variabili e c’è l’aspetto umano».
«È una realtà che determina quello che poi è il buon esito dell’acquisto di un giocatore. Oggi voglio creare una task force che possa identificare il soggetto proprio in quest’ottica: capire se è presente sui social o meno, qual è il suo habitat naturale. Sono componenti determinanti: io mi adeguo e sono un fautore dell’intelligenza artificiale, stiamo lavorando per capire come possa essere utile al club. Spesso ci sono state forti delusioni, capitali investiti su soggetti che sembravano grandi calciatori ma non erano grandi uomini», ha proseguito ancora.
In chiusura, una battuta sulla nuova Champions: «Sono per la sperimentazione, oggi viviamo un format dinamico e adrenalinico. Fortunatamente noi, da quarti, potevamo arrivare secondi o terzi, ma abbiamo visto altre squadre oscillare molto. Il rischio, per il calcio italiano, è stato quello di avere tre squadre che si scontrano tra di loro. Forse potrebbe essere meglio tutelato per il nostro ranking, però vedo tutti molto contenti quindi accettiamola».