Inter News 24
·15 novembre 2024
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Beppe Marotta ha parlato di Inter a margine della presentazione del libro di Beppe Severgnini, al Book City presso il Castello Sforzesco di Milano. Ecco le sue parole:
LE DICHIARAZIONI:
CONTE – «Perché ho scelto Conte? Perché in quel momento ero convinto che il club necessitasse di lui. Ma la scelta dell’allenatore è anche adeguata al momento in cui lo scegli. Ci sono momenti in cui hai bisogno di persone che hanno fermezza e autorevolezza, e poi ci sono momenti in cui magari la squadra di per se è già rodata e magari hai più bisogno di un gestore».
ATTEGGIAMENTO – «Come abbiamo lavorato sull’atteggiamento di calciatori fumantini come Barella? Quando c’è la designazione studiamo anche l’arbitro e che tipo di rapporto tenere con lui. Barella in passato peccava sull’atteggiamento verso i direttori di gara, oggi è migliorato molto perché non si studia solo l’avversario ma anche l’arbitro».
STADIO – «Quello relativo allo stadio è un argomento serio e delicato. Prima parlavamo di appartenenza e a tal proposito credo che sia importante anche per questo avere uno stadio, una propria casa da vivere e in cui consumare la passione. Tutta la settimana, non solo un giorno a settimana, spaziando tra più attività. Il calcio è un fenomeno di aggregazione che viene solo dopo la religione. Le difficoltà nascono da una burocrazia, quella italiana, che ti portano a rallentare ogni tipo di iniziativa e far si che anche gli investitori scappino. Questo è successo in tantissime città, ero a Venezia con Zamparini nel ‘97, comprò un terreno ed è ancora lì dopo 30 anni. La burocrazia dovrebbe vedere lo stadio collocarsi all’interno del ministero delle infrastrutture, è un investimento minimo di un miliardo, che produce effetti positivi a livello nazionale che eliminerebbe tante sterpe inutili. Milan e Inter vogliono costruire insieme lo stadio e le ultime convergenze sono verso il sito di San Siro, ma con queste difficoltà burocratiche che si presentano lo stesso».