Juventusnews24
·11 novembre 2025
Matri non ha dubbi su Spalletti: «Credo sia questo il miglioramento più evidente da quando è arrivato sulla panchina della Juve»

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L’era di Luciano Spalletti alla Juventus è iniziata da meno di una settimana, ma i primi segnali positivi si vedono già. Non solo nelle scelte tattiche coraggiose (come Koopmeiners difensore), ma soprattutto nel recupero psicologico dei singoli. Ne è convinto l’ex attaccante bianconero Alessandro Matri, che dagli studi di DAZN ha individuato il vero, grande capolavoro compiuto finora dal nuovo allenatore: aver rigenerato Dusan Vlahovic.
Secondo l’analisi dell’ex bomber, il lavoro più importante di Spalletti in questi primissimi giorni non è stato tattico, ma mentale, ed è tutto concentrato sul numero 9 serbo. Matri ha sottolineato come l’atteggiamento di Vlahovic sia cambiato radicalmente, un segnale che il tecnico ha ristabilito le gerarchie, puntando forte su di lui.
MATRI – «Io credo che il miglior lavoro di Spalletti fino a questo momento sia su Vlahovic, a livello mentale. Credo che abbia deciso che il titolare della squadra sia lui e l’atteggiamento di Vlahovic mi piace, sta bene e ha un piglio diverso. Il grande miglioramento è quello finora».
L’analisi di Matri è un’investitura totale per la coppia Spalletti-Vlahovic. L’ex attaccante evidenzia come Spalletti abbia «deciso che il titolare della squadra sia lui», chiudendo di fatto il turnover confusionario della gestione Tudor che vedeva Vlahovic, David e Openda sullo stesso piano.
Questa scelta ha avuto un impatto immediato sul giocatore. Matri nota che «l’atteggiamento di Vlahovic mi piace», il serbo «sta bene e ha un piglio diverso». Un segnale inequivocabile che il tecnico è riuscito a entrare nella testa del suo centravanti, restituendogli quella fiducia e quella centralità che sembravano smarrite.
Per Matri, è questo il «grande miglioramento» visto finora, ancora più importante dei risultati ottenuti in campionato o in Champions League. Spalletti ha iniziato la sua missione recuperando l’asset più prezioso dell’attacco: la testa del suo bomber. La Juve riparte da qui, da un Vlahovic ritrovato e da un allenatore che ha saputo toccare le corde giuste fin dal primo minuto.









































