Calcionews24
·12 novembre 2025
Mauro Bressan e rovesciata contro il Barcellona: «Migliori di quella? Nessuna! Scherzi a parte, quella di CR7 contro la Juve. Terim alla Fiorentina mi ha trasmesso tanto. Allegri…»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·12 novembre 2025

Mauro Bressan, l’ex centrocampista la cui rovesciata contro il Barcellona il 2 novembre 1999 è entrata nella storia del calcio italiano, si racconta alla Gazzetta dello Sport.
CI SONO ROVESCIATE MIGLIORI DELLA SUA? «Nessuna! Scherzi a parte, quella di Cristiano Ronaldo contro la Juve fu perfetta, ma non ho mai visto segnare nessuno con una palla alta, senza cross da destra o da sinistra, come ho fatto io. Trapattoni, a fine partita, mi disse che ne avrebbero parlato per decenni».AVEVA MAI SEGNATO COSÌ PRIMA – «A Coverciano, con l’Under 18. Le provavo in allenamento, ma quel giorno fu una magia. Tirai fuori qualcosa che avevo dentro. Il bambino che provava le rovesciate sui sacchi di sabbia. Non pensai a dove fossi, alla Champions o a Rivaldo, che quel giorno fece due gol. La difficoltà erano le luci: quasi non vedevo il pallone. Sono passati quasi 30 anni, ne ho 54 e la rivedo una volta al giorno. Nel 2020 France Football mi inserì al secondo posto tra i gol più belli della coppa, secondo solo a Zidane contro il Bayern Leverkusen».BATISTUTA – «Festeggiò da solo, sotto la curva, il record di miglior marcatore della Fiorentina. L’assist glielo feci io, tra l’altro. Ci aspettavamo una cena o un regalo, ma niente. Ricordo che Cristiano Lucarelli invece, a cui il presidente del Lecce aveva regalato una Ferrari, donò un orologio a tutti i compagni per festeggiare il suo traguardo di gol in Serie A. Gabriel non fece nulla di nulla. Umanamente non ho mai avuto un rapporto, era un solitario. Il leader era Rui Costa».L’ALLENATORE CHE GLI HA TRASMESSO DI PIÙ – «Terim alla Fiorentina. Pretendeva hotel a 5 stelle, pasti top e campi perfetti. Del resto, lo chiamano l’Imperatore. Aveva charme e carisma».TRAPATTONI – «Un altro maestro. L’ho avuto a Cagliari e a Firenze. Si allenava insieme a noi: mai visto. Per lui l’allenamento doveva essere leggero, aveva l’ossessione che ci infortunassimo. Inoltre ogni sera, prima delle partite, passava in rassegna le camere per controllare ci fosse qualche donna».ALLEGRI – «Mi portò a scommettere sui cavalli: li conosceva tutti. E ci raccontò anche la storia di quando non si presentò all’altare il giorno del suo matrimonio. Quando gli chiedemmo come mai lui spiazzò tutti: “A me non andava più di sposarmi”».UN DESIDERIO – «Che la Panini mi infili accanto a Carlo Parola sulle figurine: tutti e due in rovesciata, al Franchi».









































