Mazzarri pianifica il suo ritorno: «Inzaghi ha riproposto il mio gioco. Anche Guardiola mi ha studiato» | OneFootball

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·12 luglio 2025

Mazzarri pianifica il suo ritorno: «Inzaghi ha riproposto il mio gioco. Anche Guardiola mi ha studiato»

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Mazzarri sicuro: «Inzaghi ha riproposto il mio gioco. Anche Guardiola mi ha studiato». Le dichiarazioni dell’ex tecnico del Napoli

In una recente intervista a Tuttosport, Walter Mazzarri, attualmente senza squadra dopo la sua ultima esperienza a Napoli, ha espresso la sua voglia di tornare ad allenare, analizzando al contempo alcune evoluzioni tattiche del calcio moderno.

RITORNO – «Ho bisogno di un piano, di una causa da sposare: se accetto è perché sono convinto di poter raggiungere gli obiettivi del club. Altrimenti, meglio restare fermi. Ho capito che, se mi limito ad allenare e non do peso ai dettagli, posso avere difficoltà».


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IL SUO 3-5-2 – «Quello che ha usato l’Inter fino a qualche domenica fa, con i quinti che si buttano dentro, lo faccio da anni. È il sistema che conosco meglio. Ma non ho problemi con altri schemi: i moduli li fanno i calciatori. Quello che facevo con il mio Napoli, Inzaghi lo ha riproposto con l’Inter. Finché attacchi, difendi: è un principio in cui credo molto. L’ultima squadra che ho allenato dall’inizio alla fine, il Torino, ha sfiorato un miracolo. Anche col Napoli a Riad, quando abbiamo battuto la Fiorentina, non abbiamo praticamente subito un tiro in porta e abbiamo segnato tre goal. Con l’Inter abbiamo giocato in dieci, ma nel primo tempo meritavamo di vincere e abbiamo perso ingiustamente. Possiamo andare più indietro nel tempo. Alla Reggina giocavo col 3-4-3: un calcio offensivo con due esterni e tre attaccanti. Non è un caso se Bianchi e Amoruso segnarono quasi venti goal a testa. Eravamo una squadra che piaceva e veniva studiata. E parliamo di vent’anni fa».

PASSATO GLORIOSO – «Cliché su di me? Credo sia un errore, una sciocchezza. Guardiola ha studiato il mio Napoli, ha elogiato il mio sistema. Nella stagione dei 63 punti con il Torino, eravamo primi per recuperi palla nella metà campo avversaria. Non abbiamo chiuso lontano dalla Champions. Attaccavamo sempre con almeno cinque uomini e anche contro difese schierate a quattro».

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