Calcionews24
·31 ottobre 2024
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Una squadra raggiunge la sua maturità nel momento in cui riesce a riadattarsi nella maniera migliore possibile seppur nervosismo e crollo emotivo possano farla da padrone nel momento in cui invece serve il salto di qualità. L’Atalanta contro il Monza non è stata soltanto, citando Gasperini, la vittoria della panchina (seppur è noto di avere degli elementi forti che hanno bisogno di essere sgrezzati), bensì un successo di squadra.
Gli anni scorsi, per quanto la Dea fosse competitiva, c’è sempre stata di mezzo la questione temperamentale nel momento in cui l’arbitro perdesse il filo del match ai danni dei nerazzurri: scaturendo una mentalità orobica talmente fragile da trasformare un potenziale salto in classifica in un pareggio opaco o addirittura una disfatta. Nel mezzo, appunto, il nervosismo dei giocatori nerazzurri che si sarebbero sciolti come neve al sole, ma da due anni stavolta è diverso: esattamente come fu nel 2019/2020, l’Atalanta ha un blocco consapevole dei propri mezzi e soprattutto tanto forte quanto lucido mentalmente.
Ammonizioni su ammonizioni? Retegui continuamente strattonato in area? Falli non fischiati ai nerazzurri? L’Atalanta non si lamenta, anzi, si rialza, continua a correre, si compatta fino a trovare due goal per i tre punti. Una squadra che consolida tale termine non mollando un centimetro neanche quando la rabbia potrebbe prendere comprensibilmente il sopravvento: atteggiamento da grande, ciò che serve per puntare in alto.
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