Milan, il figlio di Ibra si racconta: “Da piccolo odiavo il calcio. Mi concentro su me stesso, senza paragonarmi a papà” | OneFootball

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·14 ottobre 2024

Milan, il figlio di Ibra si racconta: “Da piccolo odiavo il calcio. Mi concentro su me stesso, senza paragonarmi a papà”

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Milan, il figlio di Zlatan Ibrahimovic, Maximilian, dopo essere stato convocato dalla Svezia u-18, si è raccontato ai microfoni di Sportbladet.

Queste le sue parole:


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Quando hai iniziato a giocare a calcio?

“Ho iniziato piuttosto tardi, avevo nove anni. Ho iniziato in un club locale in Francia, a Parigi. Sono rimasto lì per qualche mese, forse per un anno. Poi ho giocato nell’academy del PSG. Dopo sono passato all’academy del Manchester United. Dopo ci siamo trasferiti negli USA, ho giocato in un club locale a Los Angeles. Poi per gli ultimi mesi ho giocato per i L.A. Galaxy. Poi mi sono trasferito in Svezia, sono andato all’Hammarby. E infine mi sono trasferito in Italia per giocare con il Milan”.

Così giovane e già con così tante esperienze in giro per il mondo…

“Ho bei ricordi dappertutto, ma è al Milan dove mi sono sentito meglio. Giocare per il Milan è davvero speciale. È uno dei club più grandi di tutti i tempi, non ci sono molti altri club che possono reggere il confronto”.

Il gol nel derby e l’esultanza:

“Quando ho segnato contro l’Inter ho baciato la maglia: fare gol nel derby è molto speciale. Non posso fare altro che ringraziarli”.

Il suo rapporto con il calcio:

“Fino ai miei 11 anni odiavo il calcio. Pensavo fosse la peggior cosa al mondo. Poi ad 11 o 12 anni mi è iniziato a piacere”.

Come mai?

“Era così, lo odiavo e basta. Niente mi sembrava giusto, era tutto sbagliato. Venivo sempre paragonato a mio papà. Non mi ci trovavo, ma poi ho trovato l’amore per questo sport”.

Come ci sei riuscito?

“Un giorno mi sono svegliato e c’è stato questo “click” nella mia testa, è successo”.

Milan, Maximilian Ibrahimovic: “Miro in alto, voglio essere tra i migliori”

Com’è allenarsi con i grandi?

“Anche questo è speciale. La prima volta mi sono sentito come un bambino in un negozio di caramelle. Ora ci ho fatto un po’ l’abitudine, vedo gli altri giocatori in un’ottica di competizione”.

Qual è stata la cosa migliore, crescendo, di avere Zlatan come papà?

“Meno di quanto pensiate. Mi ha dato sempre buoni consigli, è tutto”.

Invece quanto è stato difficile crescere all’ombra di tuo papà?

“La cosa più difficile è credere che sei veramente nell’ombra e pensare a tutte le grandi cose che ha fatto. Invece io mi concentro solo su me stesso e quello che faccio, senza paragonarmi a lui o chiunque altro”.

Quando ci sei arrivato a questo pensiero?

“È un qualcosa che ho imparato col tempo, non c’è un momento specifico”.

Chi è più forte, tu o tuo fratello minore Vincent?

“(Ride, ndr). Probabilmente Vincent ha più talento, diventerà un buon giocatore”.

Non lo stai dicendo solo per mettergli della pressione extra, vero?

“No, non c’è pressione su di lui (ride, ndr). Lavora duro ogni giorno e ancora non se ne parla. Sarà speciale”.

Qual è il tuo sogno calcistico?

“Voglio vincere e diventare uno dei giocatori più forti. Miro in alto, voglio essere tra i migliori”

Oltre al Milan hai simpatie anche per altre squadre?

“Conta solo il Milan”

Che squadra tifi in Svezia?

“Probabilmente dovrei dire Hammarby”.

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