Milan nel caos, Capello: «Tare una buona scelta, ma per l’allenatore sono in alto mare, non ci sono idee chiare» | OneFootball

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Calcionews24

·26 maggio 2025

Milan nel caos, Capello: «Tare una buona scelta, ma per l’allenatore sono in alto mare, non ci sono idee chiare»

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Milan, le parole di Fabio Capello: «A Tare ora la patata bollente della scelta dell’allenatore; rossoneri in ritardo e con le idee confuse»

Il Milan finisce una stagione assolutamente da dimenticare: fuori dalle coppe europee e all’ottavo posto, che costringerà i rossoneri ad iniziare la prossima stagione già a metà agosto nei primi turni di Coppa Italia. Di seguito le parole di Fabio Capello a la Gazzetta dello Sport sul futuro della squadra, tra la scelta del ds – Tare grande favorito – e quella dell’allenatore.

TARE, UNA SCELTA GIUSTA – «Ma Tare è una buona scelta. Si parlava di aumentare l’italianità in campo e fuori: Igli è albanese di nascita, ma calcisticamente ormai è uno dei nostri. Certo, arriva un po’ tardi e si trova subito la patata bollente tra le mani».


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LA QUESTIONE ALLENATORE – «Sì, perché mi pare che le cose siano un po’ in alto mare. Ho letto di Allegri, che ora sembra più vicino al Napoli, nel caso Conte vada alla Juventus. Poi di Italiano, che però potrebbe rimanere a Bologna. La verità? Dall’esterno vedo tutto tranne che idee chiare. E ora toccherà a Tare trovare una soluzione».

TEMPO SCADUTO – «Assolutamente. Il Milan adesso non deve correre, deve scattare. Ma l’errore è stato già fatto prima, perché sono convinto che se Conceiçao avesse alzato anche la Coppa Italia, dopo la Supercoppa, l’attuale management avrebbe provato a confermarlo. E io dico: può una partita cambiare il giudizio su di un allenatore arrivato cinque mesi fa? Non si fanno così le valutazioni. Credi che Conceiçao abbia in mano lo spogliatoio e stia facendo crescere la squadra? Lo tieni anche se perde la finale. Viceversa, cambi anche se vince il secondo trofeo. Ve lo ricordate Pirlo, no? Alla Juve chiuse con due titoli, ma il club evidentemente pensò gli mancasse ancora esperienza o carisma per mantenere la panchina e lo esonerò».

UN CONTE ANCHE PER IL MILAN – «Mi sta chiedendo se anche ai rossoneri servirebbe un tecnico “di garanzia”? Ovviamente sì. Ma se lo stesso Conte non è disponibile e su Allegri ti fai anticipare dagli altri, non è che ne veda poi altri all’orizzonte. Per questo era necessario muoversi prima, avere le idee chiare e agire».

UNA SCOMMESSA DI NOME FABREGAS – «Se dobbiamo escludere quelli già menzionati e quindi puntare su di un profilo più emergente, andrei su Fabregas. Il suo calcio mi piace, a Como ha fatto vedere cose interessanti. E mi sembra già sufficientemente pronto».

FINE DEL DOGMA ITALIANO – «Beh, Fabregas ha dimostrato di reggere alla grande la Serie A. E poi, sinceramente, tra i nostri tecnici liberi chi rimane? Di Allegri abbiamo detto, poi sappiamo che Sarri non ha un grande rapporto con Tare, dopo l’esperienza insieme alla Lazio. Con gli altri nomi non abbassi la quota di rischio».

DA LOPETEGUI A FONSECA – «Infatti. Stavolta il clima è decisamente peggiore, la pressione dei tifosi pesante: tutti hanno la sensazione che nella dirigenza regni la confusione e dopo un’annata così deludente, ciò non è ammissibile. Per questo il compito di Tare sarà particolarmente complicato. E anche il nuovo allenatore, chiunque sarà, dovrà saper convivere con una situazione non certo semplice, almeno all’inizio».

MERCATO E IDENTITÀ – «È un altro punto chiave. Il mercato va fatto in sintonia con l’allenatore, altrimenti si parte già con il piede sbagliato. E poi al Milan mi sembra ci siano parecchie situazioni da definire anche per quanto riguarda i giocatori che devono restare o partire».

IL CASO REIJNDERS E L’ESEMPIO DI CAMARDA – «Mi è successa la stessa cosa quando arrivai a Madrid la prima volta. Dissi al presidente: Luis Enrique mi piace tantissimo, peccato l’avessero già ceduto al Barcellona. Io, per esempio, Reijnders non lo cederei mai. Ma in generale, al Milan dovrebbe restare solamente chi ha voglia di farlo tornare grande. E fatemi aggiungere una cosa: spero si dia davvero una chance a Camarda, dopo un anno in cui è stato tenuto troppo in panchina».

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