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·1 novembre 2025

MILAN-ROMA: OPPONENT REVIEW

Immagine dell'articolo:MILAN-ROMA: OPPONENT REVIEW

Milan-Roma è una sfida accattivante, che vede affrontarsi due squadre che stanno gravitando nelle zone alte della classifica in questo primo quarto di campionato. Ma è anche il confronto tra due "decani", Massimiliano Allegri e Gian Piero Gasperini, che sono i due allenatori di questa Serie A con più panchine: 515 per Max, 608 per Gasp. Il primo incrocio risale al 29 ottobre 2008, un Genoa-Cagliari 2-1, e quello di domenica sera sarà il numero 30. 

Nel mezzo 17 anni di confronti, ma questo sarà particolare e imprevedibile. Gasperini, dopo 9 anni di Atalanta, ha scelto di affrontare una sfida importante e affascinante nella capitale, mentre Allegri è tornato laddove ha inaugurato il suo palmares di vittorie, al Milan. Due allenatori tatticamente molto preparati, due squadre che hanno già mostrato aspetti molto interessanti in due mesi di campionato e sono divise da soli tre punti in classifica: 21 per i giallorossi, 18 per i rossoneri. 


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LA DIFESA E L'IMPATTO DI GASPERINI Per quanto sia difficile definirla una sorpresa, per qualità e interpreti, la Roma ha proseguito sulla scia dell'ottimo finale della scorsa stagione per iniziare con slancio il 2025/26; una transizione guidata da Claudio Ranieri, che ha scelto Gasperini come suo sostituto per rilanciare la Roma nelle zone nobilissime della classifica. Nelle prime 9 giornate di campionato, la Roma ha totalizzato 7 vittorie e due sconfitte, contro Torino e Inter (entrambe all'Olimpico). In trasferta, dunque, ha sempre e solo vinto. Le sette vittorie (di cui tre consecutive nel mezzo tra Torino e Inter) sono arrivate tutte con un solo gol di scarto. 

La difesa funziona benissimo, solo 4 reti subite fin qui in Serie A, e supporta un attacco che finora è il meno prolifico delle prime 9 della classifica, 10 reti che comunque bastano per la vetta condivisa con il Napoli. La vera rivoluzione di Gasperini è aver fatto presa molto in fretta sulla squadra, contraddicendo in poco tempo i mormorii secondo cui, un allenatore come lui, avesse bisogno di un cuscinetto di tempo considerevole per trasmettere il proprio credo. La Roma vista fin qui non esprime il calcio spumeggiante della sua migliore Atalanta, ma è probabile che non sia nemmeno l'obiettivo: i giallorossi sono molto quadrati, compatti, concedono poco e sono sorprendentemente camaleontici. 

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NON-POSSESSO E SPERIMENTAZIONI TATTICHE E questo, per uno come Gasperini che ha sempre fatto della schematicità una delle sue armi più riconoscibili, è un aspetto innovativo. Di partenza lo schema è sempre il 3-4-2-1, ma le sperimentazioni tattiche sono diverse, anche a partita in corso. Un esempio è l'ultima partita con il Parma, quando sostituisce l'infortunato Ferguson con Bailey anziché Dovbyk, per sfruttare l'imprevedibilità dei tre "piccoli", con Dybala e Soulé. Oppure quando, all'interno della stessa partita, alza Cristante al livello dei trequartisti per sfruttarne stazza e inserimenti. L'opzione del "falso nueve" è già stata praticata in più occasioni, per togliere riferimenti cavalcando la fantasia degli argentini, ma anche per la vena realizzativa non straordinaria dei due attaccanti di peso, appunto Ferguson (tra gli assenti a San Siro) e Dovbyk

La fase di non possesso è particolarmente efficace, la Roma lavora molto bene con il trio di difesa (Ndicka-Mancini-Hermoso), supportati dai due esterni a tutta fascia Wesley e Çelik. La squadra si modella in base alle caratteristiche dell'avversario di turno, e regge l'urto. Ciò non significa che non soffra, però è sempre in partita, e si è dimostrata avversaria di altissimo livello anche nella sconfitta contro l'Inter. E, per quanto funzioni il lavoro senza palla, la Roma risulta ancora un po' statica e poco fluida in fase di costruzione, specialmente quando mancano gli spazi. Difficoltà che sono emerse in maniera più evidente in campo europeo, dove sono arrivate due sconfitte in tre partite. 

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