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Inter News 24

·12 ottobre 2025

Mkhitaryan racconta la propria esperienza in Premier League e il rapporto con i grandi allenatori

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Mkhitaryan ha raccontato i propri trascorsi in Inghilterra prima dell’arrivo in Italia: le parole del giocatore nerazzurro

Hekrikh Mkhitaryan, centrocampista dell’Inter, ha raccontato nel dettaglio le sue esperienze con alcuni dei più importanti allenatori della sua carriera, tra cui José Mourinho, Unai Emery e il compianto Mino Raiola, il suo storico procuratore. Intervistato su queste esperienze, Mkhitaryan ha parlato anche dei suoi periodi all’Arsenal e al Manchester United, facendo il punto su ciò che gli hanno insegnato sia dal punto di vista professionale che umano. Ecco le sue riflessioni sulla sua carriera e le esperienze in Premier League.

UNITED«C’era la chiamata di Mourinho per andare allo United, mi voleva. Opportunità che arriva una sola volta e ho detto sì. Nel 2016 con José Mourinho. Cosa non funzionava? Nonostante le difficoltà, il mio rapporto non è stato facile, ma mi ha fatto crescere come persona, mi metteva in difficoltà per capire se ne uscissi. Io non ho mai mollato. Non è stato un rapporto brutto, ma è stato sempre un confronto non piacevole. Mi ha fatto capire cos’è questo mondo, non sempre incontri belle persone. Da lì ho iniziato a guardarmi attorno e capire che è stato giusto. Faceva dei giochi psicologici per capire se ero pronto. Era il suo modo di allenare. Ultimo contatto è la finale di Europa League, vinco, segno e non mi dà la mano. Mi ha lasciato un segno, mi chiedevo perché. Però volevo godermi il momento. Non dandomi la mano mi ha insegnato qualcosa.»


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ARSENAL«Ero tifoso dell’Arsenal di Wenger, pensavo che lì mi sarei potuto trovare molto bene. Mi sono trasferito lì e lui era quello che mi voleva, ero felicissimo. Primi sei mesi molto bene, poi dopo 22 anni lo hanno licenziato e hanno preso Emery. Sei mesi bellissimi, il suo calcio era molto offensivo, divertente. Sono sempre stato un tifoso, era il mio sogno giocare all’Arsenal. È stato un traguardo che volevo raggiungere, non è andato bene e sono andato via.»

RAIOLA«Ero allo Shakhtar e non avevo un procuratore, ne parlavo con mia sorella per cercare una soluzione. Mi manda una lista dei procuratori, ma non sapevamo chi scegliere. Abbiamo provato a contattare Mino Raiola, ci incontriamo a Milano per parlare. Non voleva che lo chiamassi mr Raiola, ma Mino. Dal 2013 ho iniziato a lavorare con lui, poi è diventato un amico. Tanti momenti insieme, dal primo giorno lui mi ha detto vuoi soldi o calcio, io ho sempre sognato di fare il calciatore, i soldi non mi interessano. Mi ha sempre aiutato, ha fatto tutto quello che gli chiedevo, era una persona affidabile.»

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