Mkhitaryan rivela: «Potevo rimanere a Roma. Ecco cosa mi ha convinto ad andare all’Inter» | OneFootball

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·12 ottobre 2025

Mkhitaryan rivela: «Potevo rimanere a Roma. Ecco cosa mi ha convinto ad andare all’Inter»

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Mkhitaryan rivela alcuni particolari relativi al suo approdo all’Inter. Al Festival dello Sport di Trento, queste le parole del centrocampista armeno

Henrikh Mkhitaryan, centrocampista dell’Inter, è stato uno degli ospiti al Festival dello Sport di Trento, dove ha parlato della sua carriera, del suo arrivo in nerazzurro e della stagione attuale con la squadra di Simone Inzaghi e non solo.

L’ARRIVO ALL’INTER«Ausilio dopo il secondo anno alla Roma mi ha chiamato e mi voleva all’Inter. Gli ho detto che dovevamo chiudere tutto entro il 31 maggio perché c’era un’opzione per rimanere. Allora ho detto rimango qua, poi vediamo dopo il terzo anno. Poi non ci siamo più sentiti. Inizia la terza stagione con Mourinho, parlavamo del rinnovo con Thiago Pinto che sapeva che avrei finito lì la carriera. Forse non mi hanno capito, volevano fare nel loro modo. Io così non volevo. Avevo 33 anni, volevo la sicurezza, non un anno di contratto. Giocando contro l’Inter, avevamo perso 3-1 e avevo fatto gol. Mi chiama ancora Ausilio, mi dice siamo sicuri, Inzaghi ti vuole, dobbiamo chiudere il prima possibile. Dovevamo ancora giocare la finale di Conference, ma ho detto sì perché la Roma non era molto chiara. L’Inter mi aveva proposto due anni fissi. Mourinho non sapeva niente, ma vedendo quello che succedeva ho pensato che non sarei potuto rimanere qua. Avevo deciso, quando ha saputo Mourinho ha litigato con Thiago Pinto e ha detto parlane con me. Ma ormai era tardi, avevo dato l’ok all’Inter».


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SUL RAPPORTO CON INZAGHI«Rapporto che non si scorda, tre anni bellissimi. Mi ha dato una seconda giovinezza, giocare sempre tutte le partite ti fa sentire importante. La mia partita da titolare a Udine quando mi ha tolto dopo 32′ pensavo, ma non avevo capito che lui cambiava i giocatori quando erano ammoniti. Nessuno me lo aveva spiegato che era la sua abitudine. Allenatore, padre, amico, conosce il calcio, puoi parlare con tutto di lui. Parlavo come se fosse un mio amico, rispettando i limiti. Gli ho mandato un messaggio quando è andato in Arabia, è stato fondamentale per l’Inter».

SULLA FINALE E IL CAMMINO DELLA STAGIONE«Si parlava più del fatto che poteva andare via che della finale, magari questa cosa ci ha disturbato. Lui era stato chiaro, non voleva parlare di altro. Più forte il percorso o trauma? Il percorso è molto difficile, orgoglioso perché abbiamo fatto una stagione molto lunga, ma in tre settimane abbiamo perso tre titoli. Dopo 9 mesi non siamo riusciti a vincere nulla».

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