Calcionews24
·5 luglio 2025
Mondiale per Club, dove sono i messaggi contro il razzismo? Scoppia la polemica contro la FIFA

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·5 luglio 2025
Mentre il Mondiale per Club entra nella sua fase finale, resta aperto un tema che ha sollevato diverse perplessità: l’assenza di messaggi visibili contro il razzismo e le discriminazioni. Come riportato da The Athletic, dal 16 giugno non sono stati trasmessi nei vari stadi video, cartelli o materiali di marketing legati a campagne anti-razzismo, nonostante questi fossero stati inizialmente preparati per la manifestazione. L’unica eccezione si è registrata il 18 giugno, in occasione della Giornata Internazionale per il Contrasto ai Discorsi d’Odio: in quel caso, i messaggi sono stati diffusi. Poi, il silenzio.
La FIFA ha più volte ribadito la sua opposizione alla discriminazione in ogni forma, ma il comportamento adottato in questa edizione del torneo solleva interrogativi. Nell’unico episodio in cui si è intervenuti in modo concreto, la FIFA ha minacciato l’interruzione della gara tra Monterrey e Borussia Dortmund per via di cori omofobi provenienti dagli spalti. La partita si è però conclusa senza ulteriori azioni o chiarimenti sugli stadi e i protocolli previsti.
Nessun richiamo visibile è stato fatto nemmeno al “gesto universale contro il razzismo” — introdotto a settembre 2023 e pensato per tutte le competizioni ufficiali — lasciando di fatto la questione sospesa. Una mancanza che non è passata inosservata: la Dignity 2026 Coalition, una rete formata da 15 gruppi per i diritti umani e realtà associative di tifosi, atleti e migranti, ha parlato di «passo indietro inspiegabile e imperdonabile», chiedendo alla FIFA spiegazioni e soprattutto un pronto reintegro dei messaggi.
La federazione, in risposta, ha ribadito il proprio impegno nella lotta contro il razzismo e le discriminazioni, facendo riferimento all’approvazione del nuovo Codice Disciplinare FIFA durante il Congresso del maggio 2025. Tra le novità: sanzioni più severe e multe più alte per gli episodi di razzismo, oltre a un servizio attivo per proteggere giocatori e arbitri dagli abusi sui social media. Ma i dubbi restano, soprattutto in vista dei Mondiali 2026, che si svolgeranno in USA, Messico e Canada.