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·12 dicembre 2024

Mondiali 2030, per la Spagna stimato un giro di affari di oltre 10 miliardi di euro

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La FIFA, nel pomeriggio di ieri, ha ufficializzato le sedi dei prossimi Mondiali 2030 e 2034. Quest’ultimo sarà esclusivamente organizzato dall’Arabia Saudita, mentre il primo vedrà ben sei paesi coinvolti: Spagna, Portogallo e Marocco, mentre le prime sfide della rassegna iridata si giocheranno in Argentina, Paraguay e Uruguay per onorare il 100° anniversario dalla primissima edizione del torneo.

Come riporta il quotidiano spagnolo As, è già possibile quantificare i benefici economici che la competizione calcistica più importante porterà a un paese come la Spagna. Il governo spagnolo stima, infatti, che l’organizzazione del torneo contribuirà per 5,12 miliardi di euro al PIL del Paese e genererà oltre 5,5 miliardi di euro di introiti derivanti dal turismo per un totale di oltre 10 miliardi.


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Secondo gli studi condotti dalle istituzioni accademiche universitarie spagnole, i Mondiali produrranno un volume d’affari di 5,12 miliardi di euro e creeranno 82.513 posti di lavoro a tempo pieno. A questi dati si aggiungono le entrate derivanti dai turisti che si recheranno in Spagna esclusivamente per il torneo, che si prevede permetteranno di superare i 5,5 miliardi, distribuiti in tutto il territorio nazionale.

Ovviamente, una stima è già stata fatta anche per quanto riguarda i costi per organizzare una competizione così maestosa, anche se questa sarà frazionata principalmente in tre paesi con partita che si giocheranno però in sei per un totale di tre continenti coinvolti.

Grazie proprio alla collaborazione fra Spagna, Portogallo e Marocco, la FIFA, secondo le ultime stime, spenderà circa 238 milioni. Una spesa nettamente inferiore rispetto a quella affrontata nelle scorse edizioni. Nel dettaglio, le voci di spesa principali per le organizzazione dei Mondiali 2030 saranno le seguenti:

  • Operazioni televisive (320 milioni di euro),
  • Gestione del personale (240 milioni),
  • Servizi tecnici (128 milioni),
  • Trasporti (101 milioni),
  • Servizi alle squadre (90 milioni).

Il risparmio rispetto alle edizioni precedenti dovrebbe arrivare grazie al fatto di avere prezzi competitivi in settori chiave come:

  • Servizi tecnici (47 milioni di risparmio),
  • Sicurezza e protezione (32 milioni),
  • Informatica e telecomunicazioni (31 milioni).

Nonostante il modello di organizzazione congiunta tra tre Paesi e l’utilizzo di un massimo di 20 stadi in 17 città diverse farà aumentare i costi in molte aree, i risparmi individuati sembrano ampiamente compensarli.

Passando ai ricavi, si prevede che il valore dei diritti audiovisivi e di marketing generi un aumento del pubblico in diretta del 5% rispetto all’edizione precedente, quella che si giocherà nel 2026 in USA, Canada e Messico.

La FIFA stima che gli incassi lordi da vendita di biglietti e servizi esclusivi supereranno la cifra di base di circa il 20%, equivalenti a oltre 190 milioni di euro. Questo importo è stato calcolato considerando una suddivisione equa tra le due voci di ricavi. Inoltre, la FIFA prevede ulteriori entrate legate agli stadi, come licenze, vendita al dettaglio, cibo e bevande.

  • Licenze e vendita al dettaglio, che dovrebbe superare la cifra di base di circa 47 milioni di euro grazie a condizioni di mercato favorevoli e ai solidi risultati storici.
  • Cibo e bevande si prevede che i ricavi supereranno la cifra di base di oltre 2,8 milioni di euro.

Inoltre, i benefici economici per i paesi organizzatori dei Mondiali 2030 non si esauriscono solamente con la fine della rassegna, visto che l’indotto continuerà a trarne vantaggio anche negli anni successivi al grande torneo iridato.

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