Inter News 24
·24 novembre 2025
Morfeo svela: «Il rimpianto di non aver vissuto da professionista e la sua visione sul calcio di oggi»

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Domenico Morfeo, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha ripercorso le tappe principali della sua carriera, parlando apertamente dei suoi rimpianti. Il primo, forse il più grande, riguarda il suo approccio alla vita da professionista. «Mi dispiace non essere sempre stato un professionista. Avessi avuto un’altra testa, chissà dove sarei arrivato. Mi è mancato quello, non mi piaceva correre né allenarmi», ha dichiarato l’ex calciatore, riflettendo su una carriera che avrebbe potuto essere ancora più brillante.
Nel 1996, Morfeo segnò il rigore decisivo nella finale contro la Spagna per conquistare l’Europeo Under 21, un momento che lo catapultò nel cuore di molti club di Serie A. Tuttavia, Morfeo ha confessato di aver giocato con incoscienza, una caratteristica che, pur portandolo al successo, gli ha impedito di raggiungere traguardi ancora più alti. «Giocavo con incoscienza, per me è stata croce e delizia. Oggi forse gestirei tutto diversamente. Il calcio è stato il mio migliore amico, mi ha permesso di avere tutto quello che ho oggi, ma anche un nemico per alcune situazioni vissute», ha dichiarato con sincerità.
Morfeo ha poi parlato dei suoi rapporti con dirigenti e colleghi, sottolineando come il mondo del calcio, spesso, sia fatto di convenienze. «Ho litigato con tanti, direi quasi con tutti. Quello del pallone è un mondo senza amicizie, fatto di rapporti di convenienza. Se devo fare un nome, di chi mi ha davvero deluso, dico il presidente del Parma Ghirardi. Io sarei sceso anche in B, lui invece mi ha fatto la guerra. Ma il tempo è galantuomo… si è visto che persona era», ha ammesso.
Morfeo ha anche ricordato il suo legame con alcuni grandi compagni di squadra, come Alberto Gilardino e Adriano. In merito a Gilardino, ha raccontato: «A Parma con Gila ci siamo divertiti. Pensi che in allenamento non lo voleva nessuno, non segnava manco con le mani. Poi si fece male Adriano e lui iniziò a buttarla dentro a raffica. Quanti assist gli ho fatto…». Su Adriano, Morfeo ha rivelato: «Un animale. Per me il più forte mai visto. Io e Adri eravamo legatissimi. Lo portai al mare da me a San Benedetto dei Marsi e in un bar vedemmo dei signori anziani che sbattevano le carte. Così mi disse ‘al primo gol che faccio esultiamo così’. Segnò subito e festeggiammo in quel modo».
Morfeo ha poi parlato della sua esperienza all’Inter, riflettendo sul fatto che, nonostante il suo gol in Champions League, avrebbe potuto fare di più. «Eravamo una grande squadra, personalmente ho fatto gol in Champions e credo di aver fatto il mio. Però sì, ero il numero dieci e potevo fare di più. So di aver fatto incazzare Moratti, si aspettavano tutti molto da me», ha ammesso, con il rimpianto di non aver raggiunto il massimo delle sue potenzialità.
Quando gli è stato chiesto se gli manca il calcio oggi, la sua risposta è stata decisa: «No, anzi mi fa schifo quello che vedo. Non tornerei mai. Lo trovo un mondo falso», ha concluso Morfeo, riflettendo sul cambiamento che ha subito il calcio moderno.
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