Calcio e Finanza
·18 settembre 2025
Nagel si dimette da AD di Mediobanca: lascia dopo 22 anni

In partnership with
Yahoo sportsCalcio e Finanza
·18 settembre 2025
Alberto Nagel si è dimesso da amministratore delegato di Mediobanca. Il manager loha annunciato la sua decisione durante il cda ancora in corso in piazzetta Cuccia a Milano. Ad anticipare l’addio una lettera ai dipendenti, dove Nagel ha salutato citando Orazio, “Graecia capta ferum victorem cepit”. Le dimissioni seguono l’Opas di Mps su Mediobanca.
“Sono passati oltre 34 anni da quando sono entrato in Banca ed oltre 22 da quando me ne è stata data la responsabilità. Un periodo molto lungo, nel quale abbiamo fatto insieme un percorso straordinario di crescita e rinnovamento ascrivibile interamente alla vostra capacità e senso di appartenenza”, ha aggiunto Nagel nella lettera di congedo dai dipendenti di Piazzetta Cuccia.
Dopo aver ripercorso le tappe salienti dell’evoluzione della banca sotto la sua guida – come “utile” riflessione “su quanto è stato fatto per apprezzarne la portata e come stimolo su quanto potrà farsi” – Nagel ricorda come Mediobanca abbia “sempre investito in talento umano, triplicando il personale sino a raggiungere gli attuali 6.200 colleghi, a differenza di molti intermediari che hanno dovuto effettuare forti ristrutturazioni”, e abbia “distribuito agli azionisti circa 8,5 miliardi, senza mai fare aumenti di capitale” con un total shareholder return (rivalutazione azionaria più dividendi, ndr) del +500%”.
Il tutto, aggiunge, “accompagnato da un altrettanto incisivo cambiamento dell’azionariato della banca: nel 2004 il 55% del capitale era racchiuso in un patto di sindacato ed il resto sul mercato” mentre “a metà del 2019, con la progressiva riduzione del patto di sindacato, peraltro trasformato in un accordo di consultazione, il capitale sul mercato è pressoché totalitario e Mediobanca una vera public company”. “Dal 2020 ad oggi si è assistito ad un ritorno dell’azionariato ‘stabile’ a discapito del mercato”.
Image credit: Depositphotos
credit: Depositphotos