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·23 ottobre 2025

Napoli, Conte e la “regola del due”: il club nel vortice del secondo anno. L’analisi de La Repubblica

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Dopo il crollo di Eindhoven riaffiora il tema ricorrente della carriera di Antonio Conte: grandi partenze, ma rapporti che si logorano al secondo anno. Repubblica: “Aveva capito che con De Laurentiis sarebbe stato complicato”

Napoli, Conte e la “regola del due”: il club nel vortice del secondo anno. L’analisi de La Repubblica

Dopo il pesantissimo 6-2 subito dal PSV Eindhoven, in casa Napoli è tempo di bilanci. A Castel Volturno, Antonio Conte ha cercato di rimettere insieme i pezzi di una squadra apparsa smarrita e fragile, ma, come scrive Maurizio Crosetti su la Repubblica, il problema potrebbe essere più profondo e riguardare direttamente l’allenatore.


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Secondo il quotidiano romano, infatti, il tecnico salentino starebbe rivivendo un copione già visto in quasi tutte le sue precedenti esperienze: un primo anno travolgente, seguito da un secondo segnato da tensioni, attriti e calo di rendimento. Crosetti parla esplicitamente di una “regola del due”, una costante che accompagna la carriera di Conte fin dai suoi esordi.

La “regola del due”: Conte, grandi inizi ma rapporti fragili nel tempo

Scrive Crosetti: “Antonio Conte allenatore ai primordi restò un solo anno a Bari, a Bergamo e a Siena. E a parte l’amata Juventus, dove rimase per l’inaudita eternità di tre anni, non ha mai derogato alla regola del due: due anni al Chelsea, due all’Inter, due al Tottenham, due in Nazionale.”

Solo la parentesi juventina, conclusa bruscamente nel 2014 con un addio a ritiro già iniziato, si è estesa oltre la soglia. Per il resto, la carriera di Conte è un susseguirsi di cicli intensi e brevi, caratterizzati da impatto immediato, risultati eccellenti nel primo anno, e crisi di rigetto nel secondo.

Crosetti lo sintetizza così: “Chi acquista Antonio Conte, sa che la garanzia dura due anni.”

Dal Chelsea al Tottenham, un copione che si ripete

Le esperienze all’estero confermano il trend. Al Chelsea il primo anno si è chiuso con la Premier League vinta e l’entusiasmo dei tifosi, il secondo con attriti interni e un addio polemico. Stesso copione all’Inter: lo scudetto tricolore nel 2021, seguito dalla separazione consensuale poche settimane dopo. Al Tottenham, ancora due stagioni, con un avvio promettente e poi il deterioramento del rapporto con società e spogliatoio.

Conte, nota Crosetti, “annusa l’aria e, se possibile, si toglie il disturbo prima che la situazione precipiti.”

Napoli, secondo anno da incubo

L’analisi di Repubblica spiega come anche l’esperienza partenopea stia seguendo una traiettoria simile. “Da Napoli se n’era praticamente andato già a primavera inoltrata, a campionato finito. Poi la Juventus non quagliò e Antonio, a Ischia, ci ripensò.” Un ritorno dettato anche dall’orgoglio, ma accompagnato da consapevolezze precise: Conte sapeva che il secondo anno con De Laurentiis, e con un mercato sontuoso ma imprevedibile, sarebbe stato complicato.

La disfatta di Eindhoven, con un Napoli apparso confuso e privo di equilibrio, sembra dare forza a questa teoria. Il tecnico stesso, dopo la gara, ha usato un termine significativo: “complicato”, parola che per Crosetti racchiude il senso di un rapporto in tensione tra l’allenatore e il contesto societario.

Conte e la gestione De Laurentiis: equilibrio instabile

Il rapporto tra Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis è sempre stato caratterizzato da stima reciproca ma sensibilità differenti. Il tecnico chiede controllo totale e linearità nelle scelte di mercato, mentre il presidente ama la creatività e le decisioni indipendenti. Il risultato, scrive Repubblica, è una convivenza ad alto rischio, soprattutto quando le pressioni aumentano e i risultati non arrivano.

L’estate scorsa, dopo settimane di riflessione, Conte aveva realmente valutato di lasciare Napoli, prima che il mancato accordo con la Juventus lo convincesse a restare. Una scelta che oggi, dopo il tonfo europeo, appare più fragile.

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