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·10 luglio 2025
Napoli, Osimhen (ancora) al Galatasaray è una scelta di libertà e senza pressioni

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·10 luglio 2025
Dopo mesi di trattative, incertezze e polemiche, Victor Osimhen ha scelto il suo futuro: giocherà in Turchia, al Galatasaray. Una decisione che non nasce solo da motivazioni economiche, ma dal desiderio profondo di trovare un ambiente in cui potersi esprimere senza pressioni eccessive, in una dimensione più adatta al suo carattere e al suo modo di vivere il calcio e la vita.
Fine (definitiva) di un amore tormentato con Napoli La storia tra Osimhen e il Napoli è stata una delle più intense e controverse degli ultimi anni di Serie A. Un amore travolgente culminato nello storico scudetto sotto la guida di Luciano Spalletti, ma sfociato ben presto in una separazione annunciata, tra incomprensioni, malumori e un rapporto ormai logoro con la piazza e con la società.
Nonostante il rinnovo di contratto da 10 milioni di euro a stagione, il feeling si è incrinato quasi subito. Le ambizioni del giocatore e i progetti del club hanno preso direzioni diverse. Portarlo controvoglia in ritiro, agli ordini di Antonio Conte, sarebbe stato un rischio sia tecnico che ambientale, e alla fine tutte le parti hanno trovato una via d’uscita che, seppur dolorosa, appare logica e condivisa.
Una scelta di cuore, non solo di denaro Contrariamente a quanto accade spesso nel calciomercato moderno, Osimhen non ha scelto l’offerta più ricca. Ha infatti rifiutato la corte dell’Al Hilal che gli garantiva circa 40 milioni di euro a stagione, optando per il Galatasaray, dove percepirà “solo” 15 milioni annui per quattro anni. Un segnale chiaro: questa decisione non è soltanto economica.
Il nigeriano ha individuato a Istanbul una realtà capace di offrirgli quella libertà che altrove, compresa Napoli, sembrava impossibile ottenere. Una città accogliente per la sua famiglia — la compagna e la figlia di tre anni — e un club che gli permetterà di vivere il calcio con meno complicazioni e meno pressioni mediatiche, lasciandogli maggiore spazio per gestire i propri slanci, le proprie inquietudini e i propri momenti di rottura.
Il simbolo della maschera: forza e fragilità Victor Osimhen non è mai stato un calciatore banale. Neanche nei momenti più controversi ha rinunciato a essere sé stesso. Dalla maschera protettiva, indossata dopo il grave infortunio allo zigomo in un Napoli-Inter del 2021, è nato un simbolo: quello di un giocatore capace di trasformare le proprie fragilità fisiche e caratteriali in una forza distintiva.
75 milioni, un addio tra rimpianto e sollievo La cessione di Osimhen al Galatasaray si concretizzerà per una cifra intorno ai 75 milioni di euro. Una somma importante, ma inferiore alle valutazioni stellari fatte appena due anni fa dopo la stagione da capocannoniere e campione d’Italia. Se da un lato c’è il rimpianto per non aver capitalizzato al massimo un talento esploso sotto il Vesuvio, dall’altro c’è la sensazione di un sollievo reciproco: Napoli potrà ripartire senza più il tormento di dover piazzare il nigeriano visto che margini di permanenza non ce ne sono più, Osimhen potrà vivere il calcio in una forma più leggera, meno oppressiva.
Il paragone con altre recenti operazioni di mercato — come i 68 milioni di Retegui o i 110 milioni per Wirtz al Liverpool — rafforza la percezione che Osimhen, per valore tecnico, avrebbe potuto valere di più. Ma il mercato, come la vita, non sempre segue la logica dei numeri.
Una nuova avventura, un nuovo inizio Al Galatasaray, Osimhen potrà ritrovare la serenità e forse anche la gioia di giocare, senza essere ingabbiato dalle aspettative estreme che spesso accompagnano le grandi piazze calcistiche. Sarà libero, come sempre ha desiderato: libero di sbagliare, di emozionare, di rialzarsi.
Il suo addio chiude un capitolo significativo della storia recente del Napoli, ma apre un’altra pagina: quella di un calciatore che, ancora giovane, ha scelto di mettere al centro non solo il denaro, ma la propria dimensione umana e sportiva.
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