Calcionews24
·17 gennaio 2025
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Nicola Riva, figlio del leggendario Gigi, ha parlato a La Gazzetta dello Sport dei ricordi che hanno legato il padre al Cagliari.
OFFERTE RIFIUTATE – «Innanzitutto, lui non ha mai avuto dubbi su quei rifiuti a offerte molto difficili da respingere. C’è un perché: lui fu subito protetto da Cagliari e si disse “Se cambio squadra, lascio una famiglia”. Lui una l’aveva già persa, basta. Quando andava in giro per i paesini della Sardegna, nelle case, accanto alle immagini dei santi, gli capitava di scoprire la sua foto. Un giorno ci fu una manifestazione in città contro la sua possibile cessione: tra la folla in via Roma c’erano anche le vecchiette, scese instrada per lui. Non se la sentiva di abbandonare chi lo aveva adottato».
LEGAME CON LA SARDEGNA – «La Sardegna per papà ha avuto soprattutto un rispetto totale, diventato subito reciproco. Lui amava i posti veri, autentici. A Cagliari frequentava i pescatori di Borgo Sant’Elia, e guai a toccargli i suoi amici pastori, che andava a trovare negli angoli più sperduti. Non è mai andato invece in Costa Smeralda. Pensate che combinazione nella vita: un ragazzo orfano, di umili origini, che si ritrova di colpo in una terra a lui sconosciuta, dimenticata da tutti. Dal 1963 in poi, lui e la Sardegna sono cresciuti insieme, e insieme si sono riscattati. Non soltanto con lo scudetto. La Sardegna è poi diventata meta turistica, siamo diventati italiani. Abbiamo fatto capire che siamo un popolo con la testa alta, che ci tiene ai propri valori. Ho girato un po’: la storia tra mio padre e l’Isola colpiva senza distinzioni di tifo o geografiche. La bandiera piace a tutti, poi però dipende da come ti lasci. Fateci caso: papà non ha mai fatto pubblicità, gli offrivano case di lusso a Porto Cervo e le rifiutava sempre. Perché insisteva che noi figli avremmo dovuto guadagnarci tutto da soli».