Calcio e Finanza
·3 giugno 2025
Niente soldi all’Ucraina dalla cessione del Chelsea: il governo UK porta Abramovich in tribunale

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·3 giugno 2025
Continua la battaglia legale del governo britannico per scongelare i 2,5 miliardi di sterline (al cambio attuale, pari a 2,95 miliardi di euro) derivanti dalla cessione del Chelsea da parte di Roman Abramovich, avvenuta in favore di Todd Boehly e di Clearlake Capital ormai nel maggio del 2022.
Come riporta il quotidiano statunitense The Athletic, alla cessione del club londinese, fresco vincitore della Conference League, il governo britannico, guidato dal primo ministro conservatore Boris Johnson, aveva costretto Abramovich a vendere la società dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022. Abramovich era stato descritto dal governo come un «oligarca pro-Cremlino» e i suoi beni erano stati sanzionati. Lo stesso Abramovich aveva poi annunciato, tramite una dichiarazione sul sito web del Chelsea il 2 marzo 2022, che «tutti i proventi netti della vendita saranno donati a beneficio di tutte le vittime della guerra in Ucraina».
Sono passati più di tre anni dalla conclusione della trattativa, ma i soldi derivanti da questa operazione sono tuttora congelati su un conto bancario britannico collegato ad Abramovich. Questo ha spinto la cancelliera Rachel Reeves e il ministro degli Esteri David Lammy ad annunciare di essere pronti a portare Abramovich in tribunale per recuperare i fondi.
«Il governo è determinato a far sì che i proventi della vendita del Chelsea Football Club siano destinati a cause umanitarie in Ucraina, in seguito all’invasione illegale e su vasta scala da parte della Russia – hanno dichiarato Reeves e Lammy in una dichiarazione congiunta –. Siamo profondamente frustrati dal fatto che finora non sia stato possibile raggiungere un accordo con il signor Abramovich. Anche se la porta per le trattative rimarrà aperta, siamo pienamente pronti a perseguire la questione per via legale, se necessario, per garantire che le persone che soffrono in Ucraina possano beneficiare di questi proventi il prima possibile».
Uno dei motivi principali di questa stallo è dovuto al fatto di un mancato accordo fra il governo britannico e lo stesso Abramovich su come questi soldi siano da spendere. Il magnate russo, richiede che i 2,5 miliardi siano destinati a tutte le vittime della guerra, inclusi i soldati russi, e desidera che siano utilizzati anche per altre cause benefiche al di fuori dell’Ucraina. Da parte sua, il governo ,ora guidato dal laburista Sir Keir Starmer, vuole che quei fondi siano vincolati esclusivamente a scopi umanitari in Ucraina condividendo così la stessa linea tenuta dall’ex premier Boris Johnson nel 2022.
Intanto, Mike Penrose, ex direttore generale di UNICEF UK, è stato incaricato di creare un’organizzazione incaricata della distribuzione dei 2,5 miliardi di sterline. Tuttavia, finché non verrà trovato un accordo tra Abramovich e il governo britannico, non potrà esistere una fondazione che Penrose possa dirigere.
Nello scorso mese di marzo, Emily Thornberry, deputata laburista e presidente della Commissione per gli Affari Esteri aveva dichiarato: «È ridicolo che 2,5 miliardi di sterline vengano trattenuti mentre Abramovich litiga su ciò che ha accettato di fare, impedendo così che vadano alle vittime della guerra in Ucraina».