Calcio e Finanza
·3 giugno 2025
Norme anti Chelsea: la Premier League al lavoro per un FPF più rigido

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·3 giugno 2025
Il Chelsea è riuscito a rientrare nei paletti imposti dalle norme economiche-finanziarie da parte della Premier League tramite la cessione di due hotel e della squadra femminile a società riconducibili alla proprietà del club. Una scappatoia consentita dall’attuale regolamento, ma che preso sarà vietata.
Come riporta il quotidiano britannico The Times, gli organi predisposti della Premier League sono al lavoro per presentare una nuova norma che preveda come questo tipo di operazioni, assolutamente legali, non vengano conteggiate come profitti del club che le conclude e quindi possano in alcun modo andare a beneficio nei vari bilanci da presentare per il Fair Play Finanziario del massimo campionato inglese.
Il Chelsea ha venduto la propria squadra femminile per una cifra dichiarata di 198,7 milioni di sterline (al cambio attuale, 235,2 milioni di euro), operazione che deve però essere ancora approvata dalla Premier League, e due hotel per 70,5 milioni di sterline (83,4 milioni di euro). Soldi necessari al club di proprietà di Todd Boehly e del fondo USA Clearlake Capital per riuscire a far quadrare i conti rispettando le attuali norme.
L’assemblea annuale della Premier League si terrà martedì e mercoledì, e ci si aspetta che ai 20 club venga chiesto di votare su una modifica del regolamento economico-finanziario, per impedire che tali transazioni vengano dichiarate come entrate valide ai fini del FPF. Per approvare la modifica saranno necessari almeno 14 voti favorevoli.
A fare la differenza, molto probabilmente, sarà la formula scelta dagli addetti della Premier League. Infatti, l’anno scorso una norma simile non era passata proprio perché il testo era considerato troppo generico e avrebbe potuto impedire anche la dichiarazione di entrate derivanti dalla vendita di beni a terze parti non collegate, quindi andando contro l’obiettivo principale di tale norma.
Inoltre, nelle ultime settimane alcuni club abbiano sollevato la possibilità che anche altri club possano usufruire di tale beneficio, visto che il Chelsea ha usufruito comunque di questa scappatoia, e poi cambiare le norme così che nessun altra società abbia questo beneficio.
Se questa modifica sarà accolta, le norme della Premier League andrebbero così a uniformarsi con quelle della UEFA che già ora non accetta la vendita di beni a società affiliate come entrate valide. Proprio per questo, il Chelsea è in trattativa con l’organo di governo europeo per un accordo finanziario dopo aver il FPF comunitario, che limita le perdite ammesse e quanto un club può spendere in salari, trasferimenti e commissioni agli agenti in proporzione ai propri ricavi.
Tornando alle operazioni del Chelsea, i Blues hanno trasferito la proprietà della squadra femminile a una società affiliata, Blueco 22 Midco Ltd, il 28 giugno, cioè due giorni prima della scadenza del 30 giugno per registrare i dati finanziari della stagione 2023/24. Ciò ha permesso a Chelsea FC Holdings Ltd di registrare un utile di 129,6 milioni di sterline (153,4 milioni di euro) per il 2023/24. Ma dai conti della UEFA, tale bilancio risulta in perdita di 70,4 milioni perché tale operazione non viene conteggiata in alcun modo.
La holding finale del club, 22 Holdco Ltd — che possiede anche lo Strasburgo — ha registrato una perdita di 445,5 milioni di sterline nel 2023/24 proprio perché la cessione della squadra femminile a una controllata non può venir conteggiata senza rischiare provvedimenti da parte del fisco.
Inoltre, a creare molti malumori è la stessa quotazione della formazione femminile (235,2 milioni di euro) che, secondo quanto riporta il Chelsea, sarebbe già aumentata, salendo a 290 milioni per via dell’investimento che ha portato Alexis Ohanian, marito dell’ex tennista Serena Williams, a detenere l’8% delle quote della squadra femminile.