Omicidio Boiocchi, Marco Ferdico inchioda Beretta: «Accettai di partecipare al piano» | OneFootball

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Inter News 24

·21 settembre 2025

Omicidio Boiocchi, Marco Ferdico inchioda Beretta: «Accettai di partecipare al piano»

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Omicidio Boiocchi, Marco Ferdico inchioda Beretta. Le sue parole di Ferdico agli inquirenti: «Affascinato da quest’idea»

Dopo mesi di silenzio, Marco Ferdico, ex frontman della Curva Nord interista, ha deciso di parlare davanti agli inquirenti in merito all’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico leader del tifo organizzato nerazzurro ucciso il 29 ottobre 2022. Come riportato da la Repubblica, Ferdico ha risposto esclusivamente alle domande riguardanti il delitto, fornendo la sua versione dei fatti.

Secondo la ricostruzione, Ferdico è oggi rinviato a giudizio insieme al padre Gianfranco, ad Andrea Beretta – considerato il mandante – e a Daniel D’Alessandro e Pietro Simoncini, ritenuti invece gli esecutori materiali.


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«Il primo luglio 2022 vengo invitato all’addio di Piscitelli – ha raccontato Ferdico – ma la sera prima vengo chiamato per una lite tra Beretta e Boiocchi. Beretta mi dice che vuole uccidere Boiocchi». Una frase che, stando al suo racconto, non lo lascia sorpreso. Ferdico ammette di aver accettato l’idea di partecipare al piano, pur precisando di non voler eseguire materialmente l’omicidio. «Ero affascinato dalla sua audacia e dalla possibilità di prendere il comando della curva», ha aggiunto.

Nonostante i tentativi del padre di farlo ragionare e dissuaderlo, il progetto prosegue. Ferdico ha riferito che i due esecutori sarebbero stati pagati 25mila euro a testa per portare a termine l’azione.

La dinamica del piano

Entrando nei dettagli, Ferdico ha spiegato che il 25 ottobre 2022 Beretta si presentò a casa sua in evidente stato di agitazione. «Il giorno dopo mi trova la moto e il pomeriggio mi consegna la pistola. A quel punto comincio a pensare al piano», ha dichiarato.

Il colpo mortale a Boiocchi, secondo le sue parole, sarebbe stato esploso da Daniel D’Alessandro la sera del 29 ottobre. Ferdico ha inoltre aggiunto un particolare importante: «La pistola poi è stata gettata in un laghetto in zona Trezzano sul Naviglio».

La nuova testimonianza offre quindi ulteriori elementi a una vicenda che ha scosso non solo il mondo del tifo nerazzurro ma l’intero calcio italiano, lasciando aperti interrogativi sul ruolo e le dinamiche interne delle curve.

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