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Milannews24

·19 dicembre 2025

Ordine non ci sta: «Milan Como a Perth per quattro soldi? Così si compromette una stagione»

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Ordine critica aspramente la scelta di giocare Milan Como a Perth, in Australia. Ecco, di seguito, le parole del giornalista

Una notizia del tutto inaspettata ha scosso la serata del mondo milanista: il presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, ha ufficializzato che la sfida tra Milan e Como si disputerà l’8 febbraio a Perth, in Australia. La scelta di spostare una gara ufficiale di campionato dall’altra parte del mondo ha immediatamente generato un’ondata di stupore e forte preoccupazione. In un momento cruciale della stagione, la squadra di Massimiliano Allegri sarà costretta a gestire un viaggio intercontinentale estenuante, con tutte le incognite legate al fuso orario e al recupero fisico.

L’ambiente rossonero teme che questa decisione possa alterare gli equilibri del campionato. Dover affrontare una trasferta di tale portata nel cuore della competizione rappresenta un rischio enorme per la condizione atletica dei giocatori, che verrebbero sottoposti a uno stress logistico senza precedenti per una singola partita di Serie A, mettendo potenzialmente a repentaglio i risultati futuri.


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Ordine: “Stagione compromessa e irregolarità”

Sulla vicenda è intervenuto con durezza Franco Ordine. Il giornalista de Il Giornale ha affidato a X il suo sfogo, definendo l’operazione un danno tecnico ed economico: “Una sola partita di campionato giocata a Perth per quattro soldi (6 milioni) con arbitro asiatico: l’irregolarità è scritta oltre al rischio di compromettere la stagione”. Ordine ha poi rincarato la dose con una frecciata ironica alla classe arbitrale italiana, suggerendo che un fischietto asiatico potrebbe paradossalmente risultare più affidabile delle recenti direzioni di gara viste in Italia.

Il Milan si trova dunque a dover gestire una situazione paradossale. Mentre Allegri dovrà studiare un piano di allenamento specifico per assorbire l’impatto del viaggio, la dirigenza dovrà valutare come tutelare la squadra da una scelta che sembra privilegiare il marketing a discapito della regolarità sportiva e della salute degli atleti.

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