Calcionews24
·12 maggio 2025
Orsolini: «Se giochiamo come venerdì a Roma prendiamo gli schiaffi; loro favorite ma le partite vanno giocate, a Bologna sto da dio»

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·12 maggio 2025
Riccardo Orsolini ha parlato al Corriere della Sera in vista della finale di Coppa Italia del Bologna contro il Milan, che arriva a pochi giorni dalla sconfitta in rimonta contro i rossoneri. Di seguito le sue parole.
ORSOLINI: ORSONALDO, GOL E CUORE ROSSOBLÙ – «Ho segnato dalla mia mattonella, in quel gol c’è tutto me stesso. Attacco alla profondità, rientro e tiro. San Siro mi porta bene, mi gasa».
SULLA STAGIONE – «Dei numeri sono felice: 13 reti in campionato e 2 in coppa, spero non sia finita qui perché ne servono altri. Mi rende ancora più felice aver trovato grande continuità».
SULLA SCONFITTA COL MILAN – «Eravamo in vantaggio e pensavamo di gestire, il Milan non dava l’impressione di voler andare all’arrembaggio, gli abbiamo dato la scintilla che li ha riaccesi e noi ci siamo aperti come il burro. Se giochiamo così a Roma prendiamo gli schiaffi. Abbiamo capito cosa non dobbiamo fare».
CORSA EUROPA – «Ora sei costretto a fare calcoli e dipendi dagli altri. Adesso devi vincere le ultime due gare e sperare, non è una buona situazione, è molto peggiorata. Ma non siamo quelli visti a San Siro».
FAVORITA IN FINALE – «Sulla carta loro a livello di nomi e blasone e poi sono il Milan. Le partite però vanno giocate e noi sappiamo cosa fare e, ora, cosa non fare».
CALO DEL BOLOGNA? – «Non direi. Non è un calo fisico né paura o tensione, ogni tanto la nostra fiammella diventa fioca poi si riaccende: una spiegazione non c’è, è importante darsela in fretta».
CRESCITA PERSONALE – «Ho raggiunto un livello di maturità tale per capire tante cose. È stata la miglior stagione perché vissuta con il sorriso: non sempre è successo».
“TOC TOC” E NAZIONALE – «C’è un mio amico che produce infissi a Rotella, vicino Ascoli Piceno (ride)».
SUL MANCATO INVITO AZZURRO – «Posso controllare quello che posso cambiare, sulle decisioni altrui non ho potere. Mi piacerebbe anche volare, ma l’uomo non vola. La domanda va fatta al c.t.».
SULLA FINALE – «Non ho mai giocato partite che contano davvero. Da una parte speri di vincere e sei un po’ teso, è una finale. Ci sarà un esodo, abbiamo spostato il Dall’Ara a Roma più che per lo spareggio-scudetto del 1964 con l’Inter: una roba che succede per il Papa. Poi vedrò il presidente Mattarella, è simpatico. Ricordo sotto il Covid quando si sistemava i capelli e fece quella battuta sul non poter andare dal barbiere».
SUPERSTIZIONI? – «Niente di niente. Non mi aspetto nulla perché non voglio pensare alla delusione, ne ho già avute tante».
SULLA FASCIA DI CAPITANO – «Non è stata una punizione. Io devo giocare senza pensieri o responsabilità, libero. Sono contento di averla avuta per primo in Champions, ma un capitano si vede in altro: sono un trascinatore, la fascia è appena un pezzo di stoffa».
ESPERIENZA IN CHAMPIONS – «Sì, tanto. Dopo le gare di Champions tornavamo in campionato e tritavamo tutti: ti portavi dietro quel ritmo, si va al doppio. Ad Anfield contro il Liverpool correvo e pensavo: “Ma come faccio ad andare così forte?”».
TIMORI DI RESTARE A MANI VUOTE? – «Abbiamo provato a fare tutto e abbiamo fatto bene: ora è fondamentale vincere la Coppa Italia e staccare il pass per l’Europa League. In questo il Milan sta peggio di noi».
PRESSIONI SUL BOLOGNA? – «Io non la sento, ho il gusto di partecipare a un evento storico, da 51 anni che il Bologna non giocava una finale. E l’anno scorso la Champions che mancava da 60: in due anni abbiamo ucciso la storia».
COME SI SENTE – «Come una fetta di limone, mi devo spremere tutto in questi ultimi venti giorni».
LEGAME CON BOLOGNA – «Ho 28 anni, un contratto fino al 2027, sono legato in un modo folle a Bologna, ci siamo fusi. Ho fatto 70 gol e mai una volta ho baciato il simbolo sulla maglia e non lo farò mai: non prometto, non mi piacciono le prese in giro. Al Bologna c’è tutto per restare in alto. La prossima Supercoppa in Arabia sarà un altro passo di crescita: il “Califfato dell’Orso”. Fossi un giocatore mi prostituirei per venire a Bologna. Si sta da dio. Ci vediamo a Roma, sarà un successo e da Orsetto voglio abbracciare tutti i tifosi».