Ottavio Bianchi: «Esonero Juric? Non sono mai per i cambi in corsa degli allenatori perché si tratta di una sconfitta. Sono però valutazioni che vengono fatte dall’interno» | OneFootball

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·12 novembre 2025

Ottavio Bianchi: «Esonero Juric? Non sono mai per i cambi in corsa degli allenatori perché si tratta di una sconfitta. Sono però valutazioni che vengono fatte dall’interno»

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Ottavio Bianchi analizza: «Atalanta? Non sono mai per i cambi in corsa degli allenatori perché si tratta di una sconfitta. Sono valutazioni»

Ottavio Bianchi, ex calciatore e allenatore dell’Atalanta, ha assistito di persona alla partita di domenica scorsa, che ha visto il 3-0 del Sassuolo e l’ultima esibizione di Ivan Juric sulla panchina nerazzurra. Bianchi, che ha giocato a Bergamo dal 1971 al 1973 e ha allenato l’Atalanta dal 1981 al 1983, ha commentato su La Gazzetta dello Sport l’esonero del tecnico croato, un evento storico per il club che non cambiava allenatore in corsa dal 2015.

L’ESONERO – «Non sono mai per i cambi in corsa degli allenatori perché si tratta di una sconfitta. Sono però valutazioni che vengono fatte dall’interno, da chi conosce bene la situazione. Per me è complicato dare un giudizio. Però se una società solida e capace come l’Atalanta decide di compiere questo passo vuol dire che era necessario. La società ha sempre prediletto la continuità rispetto ai cambi di allenatore. Lo certifica la storia con Gian Piero Gasperini. Ed è una scelta che favorisce il club quella di proseguire su una stessa linea».LA GARA COL SASSUOLO – «Scialba, senza nerbo. Non si riusciva a capire chi fosse il peggiore in campo. Ed è tutto dire perché solitamente emerge qualcuno in negativo. Ho visto una partita brutta e un’Atalanta in grave difficoltà».IL CAMBIO DI ALLENATORE PUÒ DARE UNA SCOSSA – «Sicuramente mette tutti i giocatori di fronte alle loro responsabilità. Una volta che il tecnico viene sostituito sono finiti gli alibi. Non ci sono più figli e figliastri, ove ve ne siano mai stati nel caso. E da oggi in avanti tutti partiranno sulla stessa linea per quanto riguarda le valutazioni del nuovo allenatore».IL TEMPO PER RISALIRE – «C’è tempo, eccome. Bisogna però prendere atto in fretta delle difficoltà, lavorare e ripartire subito».I SUOI CAMBI IN CORSA -«Non conosco l’ambiente dell’Atalanta, posso parlare delle mie esperienze passate. Solitamente trovavo i giocatori delusi, un’aria mogia. I calciatori stessi si rendevano conto di essere senza più un alibi e che erano obbligati a reagire».MOTIVI DI OTTIMISMO – «Senza ombra di dubbio un nuovo allenatore non entra in uno spogliatoio nuovo con delle gerarchie predefinite. La squadra riparte dallo stesso livello e chi riesce a recepire le nuove idee dell’allenatore più velocemente può avere un vantaggio. Tutti daranno il massimo per mostrarsi pronti alla ripartenza».

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