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·24 marzo 2025
🟣 Palladino: “Kean? Un pallino da due anni. Campionato e Conference, vogliamo arrivare lontano!”

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·24 marzo 2025
Raffaele Palladino, allenatore della Fiorentina, ha concesso una lunga intervista al Corriere Fiorentino, analizzando il momento dei Viola e gli obiettivi per il rush finale di stagione:
“Peccato fermarsi per la sosta? Ma no, un po’ di riposo fa bene. Gara con la Juventus? È stata una partita perfetta sotto tutti i punti di vista. Perché siamo stati sempre in controllo. Una prova di maturità della squadra perché abbiamo capito quando dovevamo difendere bassi e quando andare a prenderli alti. Partita fantastica. Sorpreso? No perché i segnali c’erano già stati nel secondo tempo di Napoli e per gran parte della partita contro il Panathinaikos. Nello spogliatoio avevo percepito qualcosa di diverso. Ho ascoltato i ragazzi e sentito la loro convinzione, che ci credono”.
“Kean? Era un mio pallino da due anni. Vedevo in lui il mio centravanti ideale. Qui ha trovato un ambiente dove tutti quanti l’hanno accolto bene, è stato amato e si è fatto amare. Ma può crescere ancora. Ha il merito di aver fatto uno step di maturità e di ambizione. Conoscendo bene Moise con cui ho un rapporto fraterno so che riconosce quanto questa piazza, questo gruppo e questa società gli hanno dato. È un ragazzo di cuore e molto sensibile”.
“Zaniolo? Per Nicolò stravedo perché ha grande qualità. Ha avuto delle difficoltà in questi ultimi due anni ma qui ha trovato un ambiente che crede in lui. Colpani? Riguardo ad Andrea le sue difficoltà sono state più di adattamento a al sistema di gioco. Non riusciva a rendere al massimo a livello tecnico ed è stato anche troppo generoso. Ma di questo gli va dato merito. Io soffro per tutti i giocatori e quando non rendono al 100% la sento come una sconfitta e me ne prendo la responsabilità”.
“Comuzzo? Mi sono sentito molto orgoglioso perché un ragazzo che veniva dalla Primavera e fa un campionato titolare in Serie A a grandissimi livelli e raggiunge anche la Nazionale se mi permettete per un allenatore è un motivo di grande orgoglio. Sono felice sia rimasto. Riguardo alla valutazione credo che a volte i valori dei giocatori vengono troppo esaltati facendo del male ai ragazzi. Comuzzo però credo che abbia un grandissimo futuro e la sua valutazione potrebbe anche crescere”.
“Bove è un mio collaboratore, un mio fratellino. Gli voglio troppo bene, ha una mente che è troppo matura per l’età che ha. Una persona molto intelligente e ovviamente lo coinvolgo spesso, gli chiedo pareri tecnici dopo la partita, su come ha visto la squadra. Mi dà una grande mano sinceramente, ma io non riesco a pensare all’ipotesi che Edo non possa più giocare. Sarà lui a scegliere decidere e di sicuro se un domani dovesse smettere di giocare, lui sa che nel mio staff ci sarà sempre posto per lui”.
“Lotta Champions? Essere lì intanto ci dà entusiasmo, consapevolezza, autostima. Penso che queste siano le tre componenti più importanti. E ovviamente slancio. Il fatto che noi siamo lì, che ce la stiamo giocando con la Lazio, con il Bologna, con il Milan, con la Roma, è un motivo di grande orgoglio. Questi ultimi due mesi vogliamo giocarcela come le ultime due partite”.
“Io credo che sia anche normale durante una stagione avere degli alti e dei bassi. È vero che noi siamo stati un po’ altalenanti, direi estremi, da otto vittorie di fila a momenti no. Però io credo che un gruppo se non è solido e forte non viene fuori da situazioni di estrema difficoltà. Soprattutto penso che l’episodio di Bove avrebbe potuto segnare la nostra stagione. Invece i ragazzi hanno reagito alla grande, sono venuti fuori. Ci siamo rialzati tante volte”.
“Rimpianti? Sicuramente ci sono, perché aver perso dei punti con le squadre che sono più basse in classifica è un rammarico. Però abbiamo vinto con la Juve, con il Milan, con la Lazio, con l’Inter. Nell’arco del campionato ci sta avere dei passi falsi, se la classifica è giusta o non giusta lo vedremo alla fine. Le grandi squadre tendenzialmente vengono a prenderti più in avanti e quindi tu devi attirarli per poi andare a giocare in contropiede e noi abbiamo i giocatori per questo. Nella parte centrale del campionato abbiamo trovato difficoltà con chi si difendeva basso, ma credo che sia stato anche a causa nostra perché eravamo nel pieno dei cambiamenti dovuti al mercato, in estate e a gennaio».
“Mercato? Abbiamo cambiato 19 giocatori e questo comporta delle difficoltà che sono un bene perché si cresce. Quanto tempo serve? Non lo so. Il tempo è il lavoro, quanto ne metti durante la settimana, quanto i ragazzi riescono a recepire. Magari ti accorgi che stai lavorando tanto durante la settimana, ma che la squadra non sta crescendo. Poi all’improvviso ti sboccia tra le mani. Credo che quando fai tanti cambiamenti e scegli gli uomini giusti, prima dei calciatori, è giusto poi andare avanti insieme perché la Fiorentina sta creando un’ossatura forte che servirà per tanti anni. Andrà solo inserito qualche valore aggiunto. Io però so di non chiedere sforzi la società, dal presidente Commisso in giù, la pensa allo stesso modo”.
“Tifosi? In questi mesi sono stato molto al Viola Park, ma la promessa è che cercherò di stare di più in città ora che mi sono trasferito in centro. In questa settimana dopo la Juventus non sono riuscito a girare per Firenze senza che qualcuno mi fermasse per offrimi la colazione, altri la cena, gente che voleva fare le foto per strada. Questo fa capire lo spirito del tifoso e quanto amore ci mette per questa maglia. Alcune delle critiche che ho ricevuto sono state giuste, d’altronde in alcuni momenti non abbiamo ottenuto risultati e il gioco faceva fatica ad arrivare. Cerco di prendere le critiche con leggerezza. Non mi piace quando vengono dette falsità, quando si parla male del gruppo e si dice che non è con l’allenatore. Tutte cose non vere. Questo mi ha dato fastidio”.
“Pradè duro? Ma io non l’ho vissuta male, ma solo come un direttore che giustamente deve dare un po’ una scossa all’ambiente. Ho grande stima e grande amicizia con la società a partire dal presidente Commisso. È ovvio che gli allenatori sono giudicati per i risultati. Ma ripeto non mi sono sentito tirato per le orecchie, se ci fosse stato qualcosa di più il direttore me ne avrebbe parlato”.
“Conference? Vogliamo passare il turno e arrivare il più lontano possibile perché ci regala anche molto entusiasmo. Adesso viene il bello”.