Paolo Negro ricorda: «Mi ritengo fortunato perché penso di aver fatto gli anni più belli nel calcio italiano. Serve più lazialità. Sarri ha dato nuova speranza» | OneFootball

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Lazionews24

·13 novembre 2025

Paolo Negro ricorda: «Mi ritengo fortunato perché penso di aver fatto gli anni più belli nel calcio italiano. Serve più lazialità. Sarri ha dato nuova speranza»

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Paolo Negro ha ripercorso la sua carriera, ma anche parlato dell’attuale Lazio ai microfoni di Il Calcio sul Web. Le parole dell’ex centrocampista

In un’intervista a Il Calcio Sul Web, Paolo Negro, ex difensore della Lazio e bandiera del club, ha condiviso i suoi ricordi più belli legati alla sua carriera, nonché le sue riflessioni sul calcio moderno e sull’attuale situazione della sua ex squadra. Negro, che ha vinto sei trofei con la Lazio, ha parlato con grande passione della sua esperienza e di come vede l’evoluzione del calcio, sia sul campo che fuori.

SUL CALCIO MODERNO E IL CAMBIAMENTO – «Mi ritengo fortunato perché penso di aver fatto gli anni più belli nel calcio italiano, con campioni di livello altissimo, giocatori che volevano venire in Italia appena si creava la possibilità. Adesso è diverso: ci si basa più sugli schemi e meno sulla libertà di pensiero, così dimentichiamo che il calcio è arte».


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SUI TEMPI D’ORO ALLA LAZIO – «Ho sempre detto che la finale di Supercoppa Europea contro il Manchester United avrà un ricordo indelebile, anche se le emozioni ci sono state e non da meno anche con lo scudetto ovviamente. Scelgo, però, quella partita perché penso che abbia proiettato la Lazio in una nuova dimensione: eravamo i più forti d’Europa».

SUI COMPAGNI DI SQUADRA – «Sono un tipo che lega con tutti, uscivo con la maggior parte dei miei compagni, citandone due: Stam e Favalli, ma anche con Simeone. Lo spogliatoio penso sia stato la nostra forza».

SULLA LAZIO E IL FUTURO – «Ridarei un po’ di lazialità, so che sarò contestato, non dai tifosi, ma serve rimettere gente che ha la Lazio nel cuore in società. Menomale che c’è Sarri, senza di lui non so come sarebbe potuta andare. Un applauso a Maurizio. Al popolo laziale dico di non mollare mai».

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