Inter News 24
·12 luglio 2025
Parla Orsato: Non voglio designare ma insegnare. Sogno che tutti tornino a divertirsi. Sbaglieranno, certo, ma…»

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·12 luglio 2025
Nuovo incarico per Daniele Orsato: l’ex arbitro internazionale, dopo aver appeso il fischietto al chiodo, è stato nominato designatore arbitrale della CAN C. Un ruolo strategico, con cui l’AIA punta a rinnovare il settore arbitrale della Lega Pro, portando competenze ed esperienza di alto livello.
La prima novità targata Orsato è il debutto del “Football Video Support”, una sorta di “VAR light” pensata per la Serie C. Si tratta di un sistema tecnologico semplificato, volto a supportare gli arbitri in alcune situazioni chiave, senza però l’infrastruttura completa della VAR tradizionale. A illustrarne il funzionamento è stato lo stesso Orsato, intervistato da La Gazzetta dello Sport.
Con questo incarico, Daniele Orsato inaugura una nuova fase della sua carriera, mettendo al servizio del movimento arbitrale tutta la sua esperienza maturata nei più importanti palcoscenici internazionali. Orsato porterà infatti un approccio pragmatico e una conoscenza profonda delle dinamiche di campo, maturata in oltre 260 partite dirette in Serie A dove ha arbitrato diverse volte anche l’Inter.Le sue parole:
«Quando alle 10 di sera Zappi mi ha ufficializzato l’incarico mi sono messo al telefono e ho chiamato tutti e 93 gli arbitri fino all’una di notte. E i miei uomini, Carbone e Giallatini che lasciano il campo per seguirmi, hanno chiamato gli assistenti. Cos’ho detto? Che vivano tutto con entusiasmo. E che sarò il loro capitano. Negli ultimi anni in cui arbitravo, per i più giovani ero il capitano. Lo sarò ancora di più oggi. Non voglio designare ma insegnare».
«Ma mettere un arbitro a fare una partita è il meno, faccio sì il designatore ma prima insegno, alleno, li formo e li curo. Io voglio creare un principio in stile accademia, allenarli e prepararli, un laboratorio di crescita perché se vedrò un arbitro, in futuro, restare un solo anno in A o in B, beh, allora vuole dire che il lavoro non sarà stato fatto bene. Chi va in A e B deve restarci fino a fine carriera».
«Entro nel merito di ciò che già c’è: la regola degli otto secondi di possesso dei portieri è una gran cosa e si è visto al Mondiale per club».
«Le prime con l’educazione, le seconde sono già diminuite e lo saranno ancora di più. Io non ho mai mancato di rispetto a un calciatore: servono educazione e rispetto. Personalità sì, urla e arroganza no».
«Sogno che tutti tornino a divertirsi. Sbaglieranno, certo, ma anche negli errori ho visto dei direttori di gara bravi, il talento si capisce. Io mi divertivo. E che diano più importanza alla preparazione della gara che ai voti: è un consiglio che darò».