Partite all'estero? Ancora ancora se negli USA, In Australia ha poco senso | OneFootball

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·25 ottobre 2025

Partite all'estero? Ancora ancora se negli USA, In Australia ha poco senso

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Per molti, e anche secondo le dichiarazioni ufficiali, le proteste dei tifosi e dei giocatori (che hanno iniziato le partite con 15 secondi di ritardo nell’ultimo turno de La Liga spagnola) sono state decisive per la decisione del massimo campionato spagnolo di cancellare la disputa a Miami del match Villareal-Barcellona del 21 dicembre, valevole per la 17ª giornata del campionato iberico.

In Spagna invece i maligni pensano che più che le varie manifestazioni di opposizione abbia potuto Florentino Perez, visto che non appena il numero uno del Real Madrid ha inviato al Consiglio Superiore dello Sport spagnolo (CSD) una comunicazione formale in cui esprimeva la propria ferma opposizione alla partita a Miami (sostenendo che tale incontro «avrebbe falsato la competizione») le cose sono cambiate. In particolare la sera stessa la Liga ha annunciato la cancellazione della trasferta a Miami a causa dell’incertezza sorta nelle ultime settimane.


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La nota però non mancava di evidenziare «il profondo rammarico per un progetto, che rappresentava un’opportunità storica per l’espansione internazionale del calcio spagnolo. Visto che disputare una partita ufficiale fuori dai nostri confini sarebbe stato un passo decisivo per la crescita globale della competizione, rafforzando la presenza internazionale dei club, la visibilità dei giocatori e il posizionamento del calcio spagnolo in un mercato strategico come quello degli Stati Uniti».

Inoltre, secondo la Liga in un contesto globale sempre più competitivo, in cui leghe come la Premier League o competizioni come la Champions League continuano ad ampliare la propria portata e la capacità di generare ricavi, «iniziative di questo tipo sono fondamentali per garantire la sostenibilità e la crescita del calcio spagnolo. Rinunciare a simili opportunità ostacola la generazione di nuove entrate, limita la capacità dei club di investire e competere, e riduce la proiezione internazionale dell’intero ecosistema calcistico spagnolo».

Per la lega iberica si trattava anche di un tentativo di seguire il solco tracciato della best practice NFL che va sempre più in giro per il mondo a giocare match valevoli per il campionato statunitense di football americano. Anche se in quel caso la lega a stelle e strisce va in mercati in cui il suo sport di fatto non esiste.

L’ostilità di Perez e della gran parte degli altri club spagnoli era invece imperniata sulla questione che la partita all’estero avrebbe violato il principio di uguaglianza tra le squadre, alterando quindi la competizione nonché creando un precedente pericoloso e difficile da controllare.

Inoltre, siccome tutto il mondo è paese, non si può nemmeno ignorare che la Casa Blanca è in lotta per il titolo nazionale contro gli eterni rivali del Barcellona (il Clasico per altro è in programma domani al Bernabeu) e a Madrid non piaceva più di tanto l’innovazione per la quale i blaugrana potessero giocare un match delicato in campo “neutro” piuttosto che allo Stadio della Ceramica, caldissima tana del Villareal.

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