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Calcionews24

·18 luglio 2025

Patrizia Panico spiazza: «Soncin positivo, ma parte del merito è di Bertolini»

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Patrizia Panico spiazza: «Soncin positivo, ma parte del merito è di Bertolini». Le dichiarazioni dell’ex attaccante della Nazionale

Patrizia Panico è un’icona e una leggenda del calcio femminile italiano. Ex attaccante, è la primatista di reti e di presenze con la maglia della Nazionale. Nella sua carriera da calciatrice ha vinto 10 scudetti. Da allenatrice, è entrata nella storia come prima donna a guidare una Nazionale maschile italiana. Ha parlato della Nazionale di Soncin al Corriere dello Sport.

Che differenza c’è rispetto al ‘97?«Io avevo 22 anni, per me era un livello elevato, ma oggi è cresciuto sia tecnicamente sia fisicamente. Forse allora c’era più personalità nel saper risolvere e nell’arrangiarsi individualmente».


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Girelli le ha tolto il record di gol (8-7) tra Europei e Mondiali, che effetto le fa?«Non si può fare paragoni, adesso si gioca di più, ci sono più tornei, più squadre e le possibilità di segnare sono maggiori. Girelli ha fatto finora reti pesanti, la qualificazione è molto sua».

Lei faceva i gol ed era una leader, chi è secondo lei la leader di questo gruppo?«In campo senza dubbio Girelli, è aggregante e dà indicazioni».

Come valuta il lavoro di Soncin?«Il mio voto è positivo, però è giusto citare chi l’ha preceduto, in fin dei conti si avvale ancora del gruppo che ha cresciuto Milena Bertolini. Credo che si siano divisi il lavoro».

Cosa dovrà modificare il ct alla prossima partita?«Io gli suggerirei solo di essere più celere nei cambi. Con la Norvegia alla fine abbiamo rischiato. Il ritardo può essere pericoloso. Ci vuole coraggio e lucidità nel capire chi dalla panchina può dare qualcosa e freschezza. Il coraggio della squadra parte dal coraggio dell’allenatore».

Hegerberg sotto tono, se lo aspettava?«Ha fatto anche di più di quello che pensavo, paga gli infortuni che ha patito. Non è più quella del Pallone d’oro. Con l’Italia ha sofferto una contro due, e non è una rigorista».

Le sue azzurre preferite?«Ne ho tante, ne dico una per ruolo: Salvai che sta facendo bene, nonostante gli infortuni che l’hanno fatta giocare poco, in difesa è fondamentale; Giugliano per il centrocampo, anche se ancora non ha fatto vedere tutto il suo valore; e in attacco Girelli, una che risolve anche se entra in corsa».

È solo l’entusiasmo che fa esaltare l’impresa o ha visto un calcio diverso dell’Italia?«Ho visto bel gioco offensivo e non solo di ripartenze, soprattutto nel primo tempo».

Serve un’altra impresa e speriamo poi un’altra ancora, che consiglio dà alle ragazze in campo?«Di mantenere il mix perfetto tra la leggerezza delle giovani e la responsabilità delle grandi. Comunque non abbiano niente da perdere e tutto da guadagnare».

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