Calcionews24
·25 ottobre 2025
Pepe difende Tudor: «La storia bianconera non si cambia. Per la Juve lui…»

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Simone Pepe, ex esterno offensivo della Juventus, è tornato a parlare del presente bianconero e dell’operato di Igor Tudor, attuale allenatore della squadra. Intervistato da Tuttosport, l’ex giocatore ha espresso grande rispetto per l’allenatore croato, ma anche qualche riserva sulle sue recenti dichiarazioni.
«Non sono d’accordo con tutto ciò che dice Tudor», ha ammesso Pepe. «La storia della Juve non si cambia: questo club vive per vincere. Alla Juventus ti ricordano solo se porti a casa i trofei».
Ripercorrendo la sua carriera, Pepe ha ricordato l’emozione della firma con la Juve e l’impatto di Antonio Conte: «È stato l’uomo più importante della mia carriera. Con Conte abbiamo capito cosa significa il Dna Juve: sacrificio, mentalità e vittoria. Ricordo ancora le ripetute sotto 40 gradi a Philadelphia: dopo quella fatica, lui ci disse che aveva capito di avere degli eroi in squadra».
L’ex esterno ha poi ricordato l’importanza dello spogliatoio in quegli anni, con campioni come Vidal, Pirlo e Chiellini: «Quando arrivò Vidal, ci chiedemmo tutti da che pianeta fosse. Aveva un motore incredibile, come pochi».
Parlando della Juventus attuale, Pepe ha sottolineato le difficoltà del nuovo corso targato Tudor: «Vedo le stesse fragilità di inizio ciclo che avevamo noi. Ma la società fa bene a difendere Tudor: ricostruire richiede tempo, compattezza e fiducia. Serve tornare a essere una famiglia».
Secondo Pepe, la presenza di Chiellini in società può essere un punto di forza: «Con Giorgio ho condiviso tanto. Ha un’autorevolezza naturale e sa sempre quando intervenire. Se c’è lui, il cuore Juve batte ancora».
Pepe invita l’ambiente bianconero a restare unito: «Dopo la gara di Madrid ho visto segnali positivi. La Juve è tornata umile e concentrata. Ma bisogna proteggere Tudor in tutto e per tutto: anche se non sempre condivido le sue parole, in questo momento serve coesione. Quando ricostruisci, l’unità è tutto».
L’ex giocatore chiude con un messaggio chiaro: «Accontentarsi non è da Juve. Ma con Tudor e un gruppo compatto, la squadra può tornare presto ai livelli che le competono».









































