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·14 ottobre 2025
Pepe Reina: “La Spagna pronta a ospitare i Mondiali 2030. Sul Napoli…”

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·14 ottobre 2025
L’ex portiere del Napoli, campione del Mondo nel 2010, racconta la sua carriera, il passaggio al ruolo di allenatore e la prospettiva dei Mondiali in Spagna, Portogallo e Marocco.
Dopo aver concluso la sua carriera da calciatore con il Como, Pepe Reina è tornato in Spagna, dove oggi allena la formazione Under 19 del Villarreal, club con cui aveva militato tra il 2003 e il 2005, e più recentemente dal 2022 al 2024.
Reina, che in Italia ha indossato le maglie di Napoli, Lazio e Milan, ricorda con emozione il percorso vissuto: «È stato un privilegio poter far parte di quel gruppo che ha sognato un record così importante e che sarà sempre ricordato nella storia del calcio spagnolo. Si tratta di un sogno diventato realtà. Quello di ogni bambino che gioca a calcio e che ha la fortuna di raggiungere il vertice insieme a un gruppo di amici».
Reina ha fatto parte della storica nazionale spagnola che tra il 2008 e il 2012 ha conquistato due Europei e il Mondiale 2010 in Sudafrica. Nell’intervista rilasciata al sito dell’Ambasciata di Spagna, il portiere sottolinea l’importanza di quei momenti:
«Conservo nella memoria infiniti momenti, sia dentro che fuori dal campo. Alcuni sono impressi in modo vivido ed altri possono sembrare insignificanti, ma tutti sono estremamente speciali per il valore che hanno avuto nel percorso verso ciò che stavamo per conquistare».
Guardando al futuro, Reina si mostra ottimista riguardo ai Mondiali 2030, che saranno ospitati da Spagna, Portogallo e Marocco:
«La Spagna è un Paese straordinario, perfettamente preparato ad ospitare un evento di questa portata. Lo ha già dimostrato in passato e, da allora, non ha mai smesso di confermare la sua eccellenza organizzativa e la sua capacità sociale di accogliere grandi manifestazioni sportive e di intrattenimento. La gente attende questo momento con grande entusiasmo e aspettativa, perché qui il calcio occupa un ruolo centrale nella vita quotidiana delle persone».
Reina ha voluto ricordare anche la sua esperienza in Italia, evidenziando l’affetto verso Napoli:
«È stata una città che ha conquistato profondamente sia me che la mia famiglia. La gente somiglia molto a quella del sud della Spagna e quella quotidianità, che all’inizio può sembrare un po’ caotica, finisce per affascinarti completamente. Come dice un popolare detto napoletano: “A Napoli si piange due volte, una quando arrivi e un’altra quando te ne vai”».
Il noto scudetto perso in albergo è una delle delusioni più gradi della tua carriera?
«Abbiamo totalizzato 91 punti senza però vincere il campionato, un fatto mai accaduto prima nella storia della Serie A. Tuttavia, grazie al gruppo competitivo e umano che formavamo, non potrei mai definire quell’anno una delusione, anzi, al contrario»
Anche l’esperienza alla Lazio e al Milan ha lasciato un segno importante: «Il Milan è uno dei club storici più importanti d’Europa. Le circostanze non mi hanno permesso di vivere l’esperienza nel modo in cui mi aspettavo, ma conservo un ricordo molto positivo delle persone che ho avuto la fortuna di conoscere».
Sulla Lazio e il periodo della pandemia, Reina ricorda: «Io e la mia famiglia ci siamo adattati con facilità alla vita a Roma grazie alla conoscenza del Paese, della lingua, della gastronomia e di tutti quegli aspetti quotidiani che rendono l’esperienza più semplice e piacevole. Sono rimasto affascinato dall’aspetto architettonico e culturale della città».
Dopo il ritiro, Reina ha intrapreso la carriera da allenatore e oggi guida l’Under 19 del Villarreal. L’ex portiere spiega l’influenza di Maurizio Sarri sulla sua filosofia:
«Mi considero un privilegiato ad aver avuto l’opportunità di lavorare con alcuni dei migliori allenatori della storia del calcio. Tuttavia, mi identifico profondamente con la filosofia di Sarri e mi piacerebbe avvicinarmi al suo stile di gioco e al suo modo di gestire lo spogliatoio».
Riguardo alla sua ultima esperienza a Como, dove ha ritrovato Cesc Fàbregas come direttore tecnico, Reina aggiunge:
«È una città speciale, pittoresca e affascinante. Avere lo stadio vicino al mitico lago conferisce un’atmosfera unica. Fàbregas, mio ex compagno di squadra, è ora una fonte di ispirazione per quello che rappresenta il mio nuovo progetto e la mia nuova carriera professionale».
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