DirettaCalcioMercato
·9 aprile 2025
Pogba si apre: “Squalifica? Sono caduto in depressione. Avrei smesso, ma…”

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·9 aprile 2025
Paul Pogba si concede in una lunga intervista a GQ Francia. Tanti gli argomento trattati: dalla squalifica fino alla voglia di rivalsa, ecco le sue parole.
In una lunga intervista rilasciata a “GQ Francia“, Paul Pogba ha parlato apertamente degli ultimi anni, segnati da sfide sul campo e difficoltà personali importanti. Il “Polpo”, come ama farsi chiamare, è pronto a fare il suo ritorno con una nuova squadra e ha come obiettivo anche il ritorno nella nazionale. “Sai, è passato così tanto tempo da quando ho giocato a calcio. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi libero in questo periodo della stagione – dichiara l’ex centrocampista di Juventus e Manchester United –. Non ho mai vissuto un trasferimento del genere. Queste prove mi hanno dato una determinazione extra. Mi sento come un bambino che vuole diventare un professionista. Sono tornato ad essere il piccolo Paul Pogba di Roissy-en-Brie, che lascerà il segno. Oggi ho diverse offerte da valutare. Vengono da ogni parte. Voglio capire cosa è meglio per me, perché sono in un momento importante della mia vita e del mio lavoro. Mi prenderò tutto il tempo necessario per decidere“.
Poi le difficoltà in campo legate ai problemi extra-campo. Dall’estorsione alla squalifica per doping, gli ultimi anni di Pogba non sono stati affatto sereni. “Ho nascosto tutto di questa estorsione. Mia moglie non lo sapeva, e nemmeno i miei figli. Quando tornavo a casa dall’allenamento, dovevo recitare la parte del padre e del marito. Ho tenuto tutto per me. Alla fine, mi stava logorando. In quel periodo ho fatto tutto il possibile per restare concentrato sul calcio, ma è diventato troppo difficile. Avevo così tante preoccupazioni che ho smesso di giocare. Eppure ci ho provato. Sapevo che era l’unico modo per farmi dimenticare questi problemi. Ma in realtà, cosa rappresenta il calcio? Due ore al giorno? Solo due ore al giorno per divertirmi. Ogni volta che finiva, cercavo di gironzolare nello spogliatoio, di stare con i miei compagni di squadra. Ma alla fine, devi tornare a casa. Mi chiedevo quando sarebbe finito tutto. Ha avuto effetti sul mio corpo. Ecco perché non potevo tornare indietro”.
E infine, la squalifica per doping che ha interrotto la sua carriera nel momento in cui poteva rilanciarsi. Il secondo capitolo bianconero è stato caratterizzato da ostacoli troppo alti da superare: “Sono caduto in depressione senza accorgermene finché non mi sono comparse delle macchie sulla testa. Non capivo cosa stesse succedendo. Mi hanno detto che era dovuto allo stress. Nessuno ti spiega cosa sia la depressione. Se fossi rimasto fermo quattro anni, avrei smesso di giocare a calcio. Non volevo dirlo pubblicamente, ma è quello che pensavo. Prendevo la palla e giocavo da solo fuori. Mi arrangiavo con quello che avevo. Ma non volevo restare a Torino. La mattina portavo i miei figli a scuola, ed era proprio accanto al campo di allenamento, che rottura di scatole… Tutto ciò che mi è successo mi ha cambiato. Ho visto com’era la vita ‘reale’. È stata come una purificazione completa. Improvvisamente sono invecchiato di dieci anni.”
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