Archistadia
·4 maggio 2020
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Il 5 settembre 1965 veniva inaugurato un gigante da 130mila posti, simbolo dell’architettura brasiliana del Secondo Dopoguerra e stadio destinato a entrare nella storia del Paese. Era il Mineirão, a Belo Horizonte, un impianto sportivo che doveva accompagnare, e celebrare, lo sviluppo calcistico della regione del Minas Geiras.
Progetti e dibattiti per il nuovo stadio erano stati avviati già negli anni ’40, e le tre squadre cittadine – l’América Futebol Clube, l’Atlético Mineiro e il Cruzeiro – disponevano ognuna di strutture piccole e datate, risalenti all’inizio del Novecento. L’Atlético Mineiro, inoltre, aveva vinto la Coppa Statale del 1937, ma le sue ambizioni erano state frenate da problemi finanziari, costringendolo a rinunciare all’ipotesi di utilizzare un terreno già individuato nei pressi dell’attuale aeroporto.
L’assegnazione della Coppa del Mondo di calcio del 1950 al Brasile, aveva promosso la costruzione dell’Estádio Independência (attuale Estádio Raimundo Sampaio) ma la capienza di 30mila posti era troppo contenuta per le ambizioni del calcio locale e, a fine anni ’50, si puntò alla costruzione di un nuovo impianto nella regione Pampulha, su un terreno di proprietà dell’Università. Furono coinvolti anche i progettisti del Maracanã di Rio de Janeiro per una valutazione del progetto, che quasi immediatamente cambiò in corsa, per passare da uno stadio da 30-40mila posti a uno che potesse ospitare almeno 100mila persone.
Costruito fra il 1959 e il 1965, il Mineirão si calava nella realtà della regione Pampulha, luogo di sintesi dell’architettura Modernista degli anni ’40 e ’50 brasiliani, con opere di Oscar Niemeyer, progetti paesaggistici di Roberto Burle Marx e dipinti e affreschi di Candido Portinari. Il Mineirão rappresentava tutto il meglio dell’ingegneria del Brasile dell’epoca, e riuscì a riproporre anche dettagli già visti al Maracanã ma migliorati, senza ripeterne errori ed eventuali carenze progettuali. Il progetto era stato firmato da Eduardo Mendes Guimarães e Gaspar Garreto e lo stadio si basava su un falso ellisse (o superellisse), con un asse maggiore di 275 metri e quello minore di 217 metri.
Lo Stile Modernista dell’edificio, rappresentato nel suo involucro esterno dalla sequenza ritmica di costoloni che, come schegge monumentali, segnavano iconicamente il rivestimento in cemento armato, diventò l’elemento principale da preservare con il progetto di ristrutturazione voluto in occasione dei Mondiali 2014.
L’alternanza di pieni e vuoti con le 88 semi-porte strutturali, il tetto originale e l’anello superiore di gradinate vengono mantenuti, con il nuovo intervento, e integrati con diverse soluzioni interne per adeguare lo stadio allo sport contemporaneo. L’opportunità, infatti, diventa non soltanto quella di conservare l’edificio ma di elevarlo a impianto sportivo multifunzionale e, per fare ciò, il progetto firmato gmp Architekten e BCMF Arquitetos ridisegna l’anello inferiore degli spalti eliminando la vecchia pista d’atletica: in questo modo la nuova visuale sul campo viene garantita a tutti i 62mila spettatori, i quali sono ora riparati da una copertura ampliata con capriate metalliche innestate nella struttura originale e rivestite in membrana semi-trasparente TPFE.
Si nota qui la scelta di un sistema costruttivo misto, dove si è fatto uso di calcestruzzo modellato in loco (fondazioni, falde, muri), calcestruzzo prefabbricato (pilastri, travi, gradini) e strutture in acciaio (nuova porzione di ampliamento del tetto).
Il rinnovato Mineirão fa oggi parte di un complesso sportivo che comprende l’adiacente Estádio Jornalista Felipe Drummond, meglio conosciuto come Mineirinho, palestra polisportiva inaugurata nel 1980 con una capienza di 25mila persone. Entrambi gli edifici sono collegati da una grande spianata arredata con varie specie di flora locale, su un’area di circa 20mila metri quadrati. Fontane ornamentali e interattive completano l’arredo urbano del piazzale dello stadio.
A sud e a est dello stadio, poi, si sviluppa un bosco con una fitta vegetazione che fa parte della vasta area urbana dedicata agli edifici dell’Università Federale di Minas Geiras. Questo polmone verde, a ridosso dell’Esplanada do Mineirão, costituisce un eccellente punto di accesso e sosta per i tifosi ed è compreso fra le arterie stradali principali che portano verso la città.
Lo stadio Mineirão è intitolato a José de Magalhães Pinto, 26esimo governatore dello Stato del Minas Geiras (1961-1966). Proprio sotto il suo mandato fu costruito l’impianto che oggi è casa del Cruzeiro e ospita le partite più importanti dell’Atlético Mineiro. Si giocarono qui 6 gare dei Mondiali 2014, fra cui l’infausta semifinale persa dal Brasile 1-7 contro la Germania (poi campione): questa partita è soprannominata Mineirazo, un termine che rimanda a un’altra sconfitta bruciante per la nazionale verdeoro (il Maracanazo), quella della finale mondiale 1950, quando il Brasile perse 1-2 contro l’Uruguay contro ogni pronostico.
Questo articolo fa parte della serie di monografie “Profili”