Calcio e Finanza
·27 giugno 2019
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Per chi non la conoscesse, Aurora Galli è la rivelazione dei Mondiali Femminili 2019: ha blindato la qualificazione della nazionale di calcio ai quarti di finale con un gol contro la Cina, dopo essersi resa protagonista della partita contro la Giamaica con una doppietta scoppiettante, anche questa segnata subentrando dalla panchina.
La calciatrice, nata nel 1996, sta dando una vera e propria svolta alla storia della Nazionale femminile nel corso di questi Mondiali di Calcio. La cavalcata verso il successo è confermata dai suoi profili Social: engagement triplicato nell’ultimo mese sia su Facebook che su Instagram, che sono seguiti da un numero sempre più consistente di tifosi e curiosi.
L’immagine che ha registrato il più alto tasso di engagement sul profilo Instagram di Aurora Galli è una foto che immortala la sorella della giocatrice sporgersi dalla balaustra per darle un bacio, pubblicata tre giorni fa.
Questa immagine, corredata da una didascalia che racconta la storia di sostegno reciproco tra i tre fratelli, è stata estrapolata dal contesto ed ha creato una valanga di condivisioni social basate sulla presunta omosessualità di Aurora Galli.
Quello che colpisce di più, a prescindere dall’illazione, è che il messaggio diffuso dalla calciatrice è chiaro e diretto. Tuttavia, molti sono caduti nella più classica delle trappole social, ovvero condividere senza accertarsi della fonte. Il post originale, che è composto da due foto (una con la sorella ed una con il fratello), è stato ricondiviso parzialmente da nomi noti della politica e del giornalismo.
Alcuni hanno reagito indignandosi, altri hanno sottolineato la necessità di abbattere i pregiudizi. Di fatto, si sono tutti espressi sotto l’effetto di un bias cognitivo, ovvero quello che le donne nello sport siano per la maggioranza omosessuali e impegnate in una battaglia per il riconoscimento dei loro diritti, tralasciando l’argomento più naturale e logico, ovvero l’umano desiderio di festeggiare un traguardo importante con chi si ama.
Sono molte le fake news che vantano più condivisioni dei post reali. Negli Stati Uniti, ad esempio, la notizia su Obama (ovviamente falsa), riportante il divieto di giurare fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti, ha raccolto 21 milioni di condivisioni. Si è anche favoleggiato sul desiderio di Trump di rimuovere la Statua della Libertà in quanto inneggiante all’immigrazione, oltre ad aver insinuato che Hillary Clinton avesse venduto armi all’ISIS. Nemmeno Papa Francesco è stato risparmiato: la notizia di un suo endorsement alla campagna per le presidenziali di Trump ha fatto il giro del mondo.
Ci sono poi i casi tutti italiani riguardanti una fantomatica sorella della Boldrini diventata ricca grazie al lavoro con gli immigrati, l’abbassamento della magnitudo del terremoto di Amatrice per non pagare i rimborsi ai residenti, per finire alle bufale riguardanti medicina e clima che spesso fanno il giro del web.
Semplicemente, quando una notizia sembra essere troppo strana per esser vera, in molti casi lo è. Il riscontro delle fonti, siti di informazione come www.bufale.net e un po’ di spirito critico old style possono salvare dalla diffusione di notizie false ed evitare di dover correggere le proprie dichiarazioni, come è accaduto a tutti quelli che si sono schierati a favore o contro i diritti LGBT in occasione di un semplice bacio tra sorelle.
Articolo a cura di Chiara Afeltra (Social Media Soccer)
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