Rafael Leao, ritornerà il fuoriclasse del Milan? Ecco l’opinione di un grande mental coach | OneFootball

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Calcionews24

·11 ottobre 2025

Rafael Leao, ritornerà il fuoriclasse del Milan? Ecco l’opinione di un grande mental coach

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Rafael Leao enorme enigma per quanto riguarda il Milan. Le parole di Tirelli

Rafael Leao è un enigma affascinante in casa Milan per gli addetti ai lavori e per i tifosi. Il suo talento cristallino si alterna a momenti di apparente indolenza, un dualismo che lo rende unico ma anche bersaglio di critiche.

Per fare chiarezza sulla discontinuità del portoghese, Tuttosport ha interpellato Stefano Tirelli, ideatore delle Tecniche Complementari Sportive e stimato mental coach, per una lettura psicologica e sportiva del fenomeno Leao, rimproverato da Allegri prima e dopo Juventus-Milan.


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GENIO E SREGOLATEZZA – «Faccio una premessa. In linea generale, gli atleti con una grande fantasia hanno una elevata capacità tecnica associata a una creatività mentale che li porta a realizzare a volte delle gestualità che altri non riescono a fare, proprio perché non hanno questa predisposizione creativa, ma sono più metodici e razionali. Questi atleti hanno un’attitudine alle fiammate, poi magari vanno incontro a dei blackout, più colpi insomma anziché un fuoco che arde costantemente e meno intensità. Io non conosco di persona Leao, quindi il condizionale è d’obbligo, dall’esterno dico che mi sembra a volte genio e sregolatezza».

LA DISCONTINUITA’ – «Io non intendo una sregolatezza negativa, ma una difficoltà a mantenere quello che si suol dire un “arousal”, cioè uno stato funzionale di attivazione del sistema nervoso costante in una partita: un’ansia buona, ciò che ci mantiene lucidi mentalmente. La gestione di questi atleti è particolare: c’è la necessità endogena del dover sfruttare la situazione, ma anche del vivere delle proprie fiammate. Pensi a un’artista che dipinge d’istinto: spesso crea dei capolavori, ma non è costante nella produzione degli stessi. Vive d’impulso, non dipinge quadri con sfumature preordinate».

IL NUOVO RUOLO – «Non direi destabilizzante, è una nuova modalità di posizionamento e di movimento sul campo che necessita di tempo affinché si registrino le nuove programmazioni neuromuscolari. Tutto dipende dal sistema nervoso, da come si percepisce il campo, da come i tuoi movimenti cambiano da un’area all’altra. La parola chiave è tempo. Per Leao è un’opportunità per migliorarsi, per uscire dalla comfort zone».

L’IMPATTO DELL’INFORTUNIO SUL RENDIMENTO – «I meccanismi a livello aerobico sono meno funzionali, c’è meno lucidità, non hai quella resistenza alla fatica che ti permette di compiere dei gesti atletici nei 90’. L’elemento fisico va di pari passo con quello mentale. Non è una questione di un Allegri che funziona o meno per Leao».

ALLEGRI – «Allegri è un allenatore di tale esperienza e capacità di lettura dei propri atleti che sta tentando di assicurare questa sua meravigliosa creatività portandola a un discorso di disciplina tattica»

IL MESSAGGIO DI RABIOT A LEAO – «Un messaggio riferito è neutro. Sono convinto che l’intenzione di Rabiot fosse buona, non un out-out, ma un consiglio per poterlo sostenere e stimolarlo a cogliere l’attimo, sapendo che per tutti noi il tempo va veloce. Tra compagni si parlano. Mentre gli altri si domandano come l’abbia presa, io sono certo che i due si siano già dati le giuste risposte».

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