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·18 novembre 2024
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L’attaccante della Reggiana, Cedric Gondo, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport circa il suo arrivo in Italia, i primi anni da calciatore ed il suo periodo in granata a Reggio Emilia. Di seguito le sue parole riportate dalla redazione di Tuttomercatoweb:
“Sono nato e cresciuto in Costa d’Avorio – racconta -, non avevamo nulla, eppure eravamo felici. Giocavo in strada insieme ai miei fratelli. Con i sassi disegnavamo le porte ed esultavamo a ogni gol. Ho deciso che sarei diventato un giocatore guardando un discorso di Drogba in tv. In quegli anni c’era la guerra civile nel nostro Paese, lui trascinò la Costa d’Avorio fino alla prima storica qualificazione al Mondiale. Poi dagli spogliatoi aveva fatto un appello per fermare gli scontri. Fu ascoltato. Quell’episodio mi ha illuminato”.
Poi l’arrivo in Italia: “Non è stato facile. A 14 anni sogni di diventare un giocatore, poi ti ritrovi in televisione e le persone ti fermano per chiedere le foto. Psicologicamente non ero pronto. Tornassi indietro non lo rifarei. Ma quella situazione mi ha aiutato a gestire le pressioni quotidiane. Non è stato facile, mi hanno accolto benissimo. Dico sempre che questo Paese è stata una salvezza, la fede mi ha aiutato”
Spazio ad un pensiero sul momento della formazione oggi nelle mani di William Viali: “Contro il Bari l’abbiamo ripresa nel finale. Nella sfida con il Catanzaro ci siamo fatti rimontare da 2-0 a 2-2. Ci siamo detti che non dobbiamo abbatterci. La stagione è ancora lunga, vogliamo la salvezza. Noi attaccanti dobbiamo creare più occasioni e aiutare il resto del gruppo a difendere in fase di non possesso. Davanti serve più concretezza, creiamo tanto ma non riusciamo a finalizzare. Abbiamo bisogno di soffrire insieme e ripartire. Vido ha segnato una doppietta contro il Frosinone e poi si è fermato, Okwonkwo ha saltato le ultime tre. Adesso è out pure capitan Rozzio. Non è un alibi, siamo comunque una squadra che può dare filo da torcere a tutti”