Reggiana, parla Dionigi: «La scintilla è stata vincere il derby a Modena. Questa società ha idee e ti dà il tempo di lavorare» | OneFootball

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·7 luglio 2025

Reggiana, parla Dionigi: «La scintilla è stata vincere il derby a Modena. Questa società ha idee e ti dà il tempo di lavorare»

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Reggiana, parla Dionigi: «La scintilla è stata vincere il derby a Modena. Questa società ha idee e ti dà il tempo di lavorare». Le dichiarazioni

Un ritorno a casa che sa di destino e di nuove, grandi responsabilità. Davide Dionigi, reggiano doc, è il volto e l’anima della Reggiana che si appresta a iniziare la nuova stagione di Serie B. Prima giovane calciatore nella mitica squadra di Marchioro e Paulo Futre, oggi allenatore maturo, tornato lo scorso marzo per conquistare una salvezza fondamentale, ripartendo dalla scintilla della vittoria nel sentitissimo derby contro il Modena.

Dopo anni di “gavetta” in piazze calde e spesso da subentrato, Dionigi ha finalmente l’occasione di cominciare un campionato dall’inizio, di plasmare una squadra che sente sua e di costruire un percorso basato su giovani di talento e quello spirito combattivo che da sempre lo contraddistingue. In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, il tecnico ha svelato la sua visione.


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IL RITORNO A CASA – «Andai via di casa a 17 anni per il Milan. Sono tornato per una parentesi alla Reggiana, e poi mi sono stabilito a Siena. Tornare è stato strano soprattutto per mia madre, che adesso mi ha già detto che… devo uscire di casa! (ride) Mi vede nervoso, però con la sua cucina ho già preso 6-7 chili… Ma ritrovare lei, mia sorella e gli amici d’infanzia è bello».LA SCINTILLA DEL DERBY – «Volevo rientrare, dopo un anno e mezzo e un esonero ingiusto a Cosenza ho aspettato troppo. Per l’euforia e per Reggio ho detto subito di sì, poi però è stata tosta, sentivo una grande responsabilità. La squadra non girava, abbiamo perso con Pisa e Cremonese, poi vinto col Cittadella e ci siamo ripresi, ma la scintilla è stata vincere il derby a Modena».LA GAVETTA DA ALLENATORE – «Spesso sono subentrato, a volte ho fatto scelte obbligate, in ogni caso ogni esperienza ha la sua storia e va contestualizzata. Diciamo che è stata una bella gavetta, con tanti anni al Sud in piazze belle calde».LE CONDIZIONI PER FARE BENE – «Questa società ti dà il tempo di lavorare e ti fa esprimere le tue idee. C’è un budget da rispettare, ma vedo grande disponibilità verso di me. L’ambiente è sano e c’è un bel pubblico: c’è tutto per fare un anno positivo. Ringrazio Pizzimenti, il direttore che mi ha portato qui, e quello nuovo Fracchiolla, col quale sta nascendo un bel rapporto: lo dico perché mi è capitato di lavorare in club in cui il lavoro dell’allenatore non era la cosa centrale».

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