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·22 aprile 2025
Repubblica – Napoli, De Laurentiis non vuole un altro allenatore in fuga recitando la parte della vittima…

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·22 aprile 2025
L’edizione odierna de “La Repubblica” ha analizzato la situazione in casa Napoli soffermandosi sulle parole di Antonio Conte.
Un presentimento, forse. De Laurentiis aveva già deciso di andar via. Conte sarebbe rimasto a vincerlo da solo, come da solo ha gestito quasi tutto. Nel cervellone dei viaggi internazionali risultano le prenotazioni. Il presidente e la famiglia partono mercoledì per le Maldive, ritorno previsto lunedì 5 maggio. Due giorni dopo la trasferta di Lecce. Non ha cambiato idea. Sarà passata già molta acqua sotto il ponte di Castel Volturno. Conferma biglietti e linea: non risponde alle indefinite bordate del suo emotivo allenatore. È la sua tecnica, ma anche la scelta migliore. Dopo la pessima propaganda che gli ha fatto Spalletti, con il quadernino delle sue ragioni e delle sue prigioni nella stanzetta con branda accanto al campo, De Laurentiis non vuole un altro allenatore in fuga recitando la parte della vittima. Sarà facile pensare: è il solito De Laurentiis, vero? Neanche Antonio Conte è immune da pregiudizi e dubbi. L’autolesionismo è il suo mestiere pari alla bravura, se si rilegge come ha interrotto dopo tre scudetti con la Juve e uno con l’Inter il suo rapporto da allenatore con i club italiani di serie A.
Sarà facile anche su di lui pensare: è il solito Conte, vero? Ormai sono uno contro l’altro, immaginiamo le tattiche. De Laurentiis non prende carta, passa in questa imprevista notte di poker. Ha aperto Conte lo scontro dicendo che «in otto mesi ho capito perché qui certe cose non si possono realizzare». E tocca ora a lui decidere. Lascia o triplica? La prossima mossa sarà infatti la terza. Ha pubblicizzato lui venerdì la sua fatica di vivere e vincere a Napoli e nel Napoli, ha ribadito ancora lui le sofferenze da allenatore domenica. L’attrito con i tifosi che sollecitavano i cambi e dopo la partita in conferenza, collegando la recidiva di insulti muscolari con il duro campo di allenamento. Venerdì Conte aveva saputo che si era appena fermato anche Neres, domenica non ha tollerato l’interferenza dei tifosi sui cambi. Ecco le due reazioni di un uomo orgoglioso. Non è facile essere Antonio Conte con uno staff da multinazionale e subire tanti incidenti muscolari. Conte, eccellente allenatore, ha rivelato una insospettata fragilità. Il contrario del tecnico che ostenta agli altri e con se stesso le sue innegabili doti: intransigenza e carattere, vocazione a strappi e assalti, convinzione di ottenere il massimo chiedendo il successo sempre e comunque. Non sempre è possibile. Vi riusciva da giocatore con se stesso e vi riesce non sempre da allenatore chiedendo l’impossibile ad altri. Una vita da mediano è stata la sua, la metafora di chi combatte. Non la si può imporre ad altri che hanno sentimenti e muscoli diversi dai suoi. Conte nella serenità di una profonda riflessione può trovare la soluzione per superare 34 giorni difficili. Fermare gli impulsi. Perché gli ultimi eventi con inutili polemiche non gli danno scampo. Ha di fronte un’Inter stanca, con 8 partite da giocare, le semifinali di Coppa Italia con Milan e di Champions con Barcellona. Conte ci pensi. Dopo aver fatto tanto, sarà lui il 25 maggio l’allenatore di uno scudetto vinto o malamente perso.
Carlo Gioia