Juventusnews24
·15 dicembre 2025
Rigore David Lucumì, Caressa non ci sta e polemizza: «Non mi interessa, questa cosa non esiste…». Era rigore per un motivo!

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·15 dicembre 2025

La vittoria della Juventus al “Renato Dall’Ara” ha portato tre punti fondamentali alla classifica bianconera, ma non ha spento le polemiche arbitrali. Nonostante lo 0-1 finale, un episodio avvenuto nel primo tempo continua a far discutere tifosi e addetti ai lavori: il contatto in area tra Jhon Lucumí e Jonathan David. Un caso da moviola che ha scatenato visioni diametralmente opposte tra i salotti televisivi di DAZN e Sky Sport.
Tutto accade nella prima frazione di gioco. Jonathan David prende il tempo al difensore avversario. Il numero 30 bianconero riesce a guadagnare la posizione, mettendosi davanti a Jhon Lucumí. A quel punto, David finisce a terra dopo un contatto con le mani del difensore sulla schiena. L’arbitro lascia correre e il VAR non interviene, scatenando le proteste juventine.
Nell’immediato post-partita su DAZN, l’esperto arbitrale Luca Marelli ha avallato la decisione del direttore di gara. Secondo la sua interpretazione, il rigore non c’era poiché la spinta di Lucumí sarebbe avvenuta “con una mano sola“. Una lettura che suggeriva un’intensità non sufficiente per decretare la massima punizione, derubricando il contatto a normale dinamica di gioco.
La lettura di Marelli è stata però smontata poche ore dopo negli studi di Sky Calcio Club. Fabio Caressa ha attaccato duramente quella che ha definito una “falsa credenza” regolamentare. Rivedendo le immagini, Caressa è stato categorico:
“Non mi interessa l’entità, mi interessa che questa regola non c’è. Non esiste una mano o due. Secondo me se un giocatore è davanti e viene sbilanciato è sempre rigore. David non ha alcun motivo di cadere per terra, questo è rigore”.
Secondo il giornalista di Sky, il fatto che Lucumí abbia usato una sola mano non riduce la fallosità dell’intervento: se l’attaccante, che ha preso posizione (“davanti e ben piazzato”), viene sbilanciato in corsa e cade, il danno procurato è evidente. Una polemica che riaccende i riflettori sull’uniformità di giudizio e sulle interpretazioni, talvolta fantasiose, del regolamento in area di rigore.









































