DirettaCalcioMercato
·30 ottobre 2025
Roma, l’ex Castán: “Spalletti mi ha umiliato. Il tumore? Avevo paura di morire”

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L’ex difensore della Roma, Leandro Castán, in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport è tornato sul momento in cui gli è stato diagnosticato un tumore. In ultimo, ha parlato del rapporto – per utilizzare un eufemismo – non idilliaco con Luciano Spalletti, prossimo allenatore della Juventus.
Ritiratosi dal calcio giocato nel 2022 dopo l’ultima esperienza in Brasile al Guarani, Leandro Castán è stato un punto di riferimento per la Roma. Quando gli è stato diagnosticato un cavernoma, ossia una malformazione del cervello, l’ex difensore brasiliano ha vissuto uno dei momenti più bui della propria vita: “Il tumore ha spazzato in tribuna i miei sogni. Avrei vinto lo Scudetto con la Roma e giocato il Mondiale col Brasile“.
Leandro Castán è tornato sull’episodio del 13 settembre 2014, giorno della partita contro l’Empoli in cui è iniziato tutto: “In quei 15 minuti è finito tutto. Maicon andò da Garcia e disse ‘Leo sta male, cambialo‘. Sono uscito dal campo e non sono più rientrato. Il giorno dopo mi sono svegliato con un mal di testa particolarmente acuto. Sono andato in ospedale e ho fatto una risonanza. Il corpo non rispondeva più, ho avuto paura di morire“.
IL RAPPORTO CON SPALLETTI – “Mi chiamò nel suo ufficio per dirmi che voleva rilanciarmi. ‘Cosa devo fare per ritrovare uno dei difensori più forti del campionato?’, mi chiese. All’inizio infatti mi diede fiducia. Poi dopo quella partita terribile contro il Verona, scelse di non farmi più giocare. Mi convocò e mi disse che sarei dovuto andare via, che il mio livello era quello di uno che poteva giocare nel Frosinone. Quindi in Serie B. Fu brutto, non tanto per la scelta ma per i modi usati. Mi sono sentito umiliato. Non credo, però, di essere l’unico ad averci discusso nel corso del tempo…“.









































