Calcio e Finanza
·25 maggio 2025
San Siro, la protesta degli ambulanti contro Inter e Milan: «Vogliono prendersi tutto: così chiudiamo»

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·25 maggio 2025
Nessuna sciarpa o bandiera in vendita, niente birre o panini: solo bottigliette d’acqua, offerte gratuitamente ai tifosi. È stata una serrata simbolica quella degli ambulanti fuori da San Siro ieri, come riportato dal Corriere della Sera nella sua edizione milanese. Una protesta accompagnata da striscioni, volantini e cartelli, per esprimere il dissenso verso Milan e Inter, proprio mentre, poco lontano, anche i tifosi rossoneri manifestavano la propria delusione.
«Siamo tutti qui, abbiamo aperto ma non vendiamo, offriamo soltanto l’acqua per chi viene a vedere la partita e ha bisogno di bere», ha spiegato Giacomo Errico, storico presidente di Apeca, l’associazione di Confcommercio che rappresenta gli ambulanti milanesi. Nel mirino della protesta ci sono le due società calcistiche, storiche inquiline del Meazza, accusate di voler ridimensionare drasticamente la presenza degli ambulanti. Il protocollo d’intesa che regolava la loro attività è infatti scaduto, e non vi è chiarezza sul futuro.
«Gli ambulanti di San Siro sono consorziati all’interno dell’area stadio dal 1962 — spiega Errico — ma il loro contratto non viene rinnovato in vista del nuovo progetto sull’area». Il timore, secondo il presidente di Apeca, è che le due società vogliano “fare piazza pulita” degli operatori che vendono merchandising non ufficiale. «Vorrebbero far scomparire tutti gli operatori che trattano merchandising, come magliette, cappellini, sciarpe, perché vogliono prendersi loro questo mercato. Magari con qualche megastore che vende materiale ufficiale a prezzi esorbitanti, negando a tante persone di trovare sulle bancarelle prodotti non originali ma abbordabili».
Luigi Leanza, presidente del Consorzio, rincara: «Le due squadre ci hanno detto che sarebbero disposte a fare un contratto ma noi dovremmo eliminare i 21 operatori del merchandising. Vuol dire che hanno deciso di gestirselo loro in autonomia, come peraltro già fanno all’interno dello stadio e nei loro store. Secondo noi questo è solo il preludio per poi non farci più lavorare». La proposta sarebbe arrivata con pochissimo preavviso: «Una proposta indecente, fino a ieri nessuno ha lamentato nulla».
Errico lancia un appello: «Se gli ambulanti di San Siro chiudono, molte famiglie entreranno in crisi. Non si chiedono privilegi, ma faccio un appello a tutte le istituzioni: apriamo un tavolo per trovare una soluzione e salvare aziende e posti di lavoro». Concludendo con fermezza: «Siamo qui, rinunciamo a lavorare per questa protesta pacifica e chiediamo un tavolo per discutere, ma se Milan e Inter credono di poterci fare fuori così, si sbagliano di grosso».
A sostegno della protesta, Errico ricorda un precedente: «Posso ricordare cosa accadde 27 anni fa, quando ci siamo trovati in una situazione analoga». E racconta: «La domenica in cui abbiamo deciso di farci sentire, Giacinto Facchetti è sceso dall’auto, perché non poteva entrare allo stadio, è venuto ad ascoltare le nostre ragioni e a quel punto si sono mossi tutti: il questore, il prefetto, il vicesindaco. Ci hanno garantito un tavolo, abbiamo discusso e abbiamo risolto».
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